Chiesa di San Francesco alla Chiappetta: differenze tra le versioni

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{{Infobox edifici religiosi
|NomeEdificio= Complesso di San Francesco alla Chiappetta
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}}
Il '''complesso di San Francesco alla Chiappetta''' è un edificio religioso del quartiere genovese di [[Bolzaneto]], in [[val Polcevera]], costituito dal [[convento]] e dalla [[chiesa (architettura)|chiesa]] affidata all'ordine dei [[Frati Minori Conventuali]]. La sua comunità [[parrocchia]]le fa parte del Vicariato di Bolzaneto dell'[[arcidiocesi di Genova]].
 
==Storia==
===La fondazione===
[[Immagine:Bolzaneto-San Francesco alla Chiappetta.jpg|thumb|rightleft|250px|Il convento di San Francesco alla Chiappetta]]
Il sito sul quale sorgono la chiesa e il convento di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] in origine‭ ‬e fino alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]‭ ‬costituiva l'ultima propaggine della collina di [[Murta]] e si trovava sulla sponda destra del [[Polcevera (torrente)|Polcevera]],‭ ‬all’interno di un'ampia ansa formata dal torrente.
Secondo la tradizione, il sito ora occupato dalla chiesa e dal convento di [[San Francesco]] fu donato dalla nobile famiglia Lercari (che possedeva nella zona un palazzo di villeggiatura) allo stesso [[Francesco d’Assisi|San Francesco]], che sarebbe transitato da [[Genova]] nel [[1213]] durante il suo viaggio in [[Marocco]], ma non esistono documenti che attestino questo fatto.
 
Secondo la tradizione, il sito ora occupato dalla chiesa e dal convento di [[San Francesco]]terreno fu donato dalla nobile famiglia Lercari (che possedeva nella zona un palazzo di villeggiatura) allo stesso [[Francesco d’Assisi|Sansan Francesco]], che sarebbe transitato da [[Genova]] nel [[1213]] durante il suo viaggio in [[Marocco]], ma non esistono documenti che attestino questo fatto.
La donazione del terreno, all’epoca circoscritto dal [[Polcevera (torrente)|torrente Polcevera]], è invece documentata da un atto notarile la convenzione per l'erezione del convento e della chiesa della Chiappetta, stipulata nel [[1280]] tra la famiglia Lercari e l'[[Ordine francescano]], il cui testo è riportato nel volume di P. Filippo Pittaluga <ref> P. Filippo Pittaluga (1927-1996) è stato [[parroco]] di San Francesco alla Chiappetta dal 1966 al 1982</ref> indicato in bibliografia.
 
La donazione del terreno è invece documentata da un atto notarile del 7 luglio 1280, in cui veniva definita la convenzione con la quale Costantino Lercari donava il terreno ai [[Ordine francescano|frati francescani]],‭ ‬perché vi costruissero una chiesa e vi stabilissero una loro comunità.
Negli anni immediatamente successivi fu edificato il convento e alcuni anni dopo, come attestato da un piccolo [[bassorilievo]] in [[marmo]] raffigurante un ''[[Agnus Dei]]'', posto sopra l’ingresso principale, che porta la data del [[5 luglio]] [[1290]], l'annessa chiesa.
LaIl donazionetesto del terreno, all’epoca circoscritto dal [[Polcevera (torrente)|torrente Polcevera]], è invece documentata da un atto notarile ladella convenzione per l'erezione del convento e della chiesa della Chiappetta, stipulata nel [[1280]] tra la famiglia Lercari e l'[[Ordine francescano]], il cui testo è riportato nel volume di P. Filippo Pittaluga <ref> P. Filippo Pittaluga (1927-1996) è stato [[parroco]] di San Francesco alla Chiappetta dal 1966 al 1982</ref> indicato in bibliografia.
 
[[File: Genova Bolzaneto San Francesco Agnus Dei.jpg |thumb|right|200px|Il bassorilievo sulla porta della chiesa che riporta la data di fondazione del complesso]]
Nei secoli successivi, altre famiglie nobili e dell’alta borghesia finanziarono il convento, in cambio del diritto alla sepoltura nella chiesa.
Negli anni immediatamente successivi fu edificato il convento e alcuni anni dopo l'annessa chiesa, come attestato da un piccolo [[bassorilievo]] in [[marmo]] raffigurante un ''[[Agnus Dei]]'', posto sopra l’ingresso principale, che porta la data del [[5 luglio]] [[1290]], l'annessa chiesa.
 
Come attestato da un'[[epigrafe]] collocata nel corridoio adiacente al [[presbiterio]] della chiesa, nel‭ ‬1292‭ ‬i fratelli Costantino e Ughetto Lercari fecero costruire nella chiesa una tomba per sé e per i propri discendenti;
Nel [[1563]] la chiesa fu consacrata da monsignor [[Gerolamo Ferragatta]], allora vescovo di [[Vire (Calvados)|Vire]] in [[Francia]] e che in seguito sarebbe diventato vescovo di [[Aosta]].
 
{{Quote|ANNO DEL SIGNORE 1292. SEPOLCRO DEL SIGNOR UGHETTO E DEL SIGNOR COSTANTINO LERCARI E DEI LORO EREDI CHE IN ONORE DI DIO E DELLA BEATA VERGINE MARIA E DEI SANTI E CIOÈ SAN FRANCESCO, SAN GIOVANNI BATTISTA E SAN GIULIANO DONARONO QUESTO LUOGO ALL'ORDINE DEI FRATI MINORI ED A PROPRIE SPESE LO EDIFICARONO E LO DOTARONO. IN CAMBIO DI QUESTO BENEFICIO I FRATI DI QUESTO LUOGO PREGHERANNO SEMPRE E CELEBRERANNO MESSE IN PERPETUO PER LA SALVEZZA DELLE ANIME LORO E DEI LORO EREDI IN VITA E IN MORTE.||ANNO DOMINI MCCLXXXXII. SEPUCLCRUM DOMINI UGETI ET DOMINI COSTANTINI LERCARIORUM ET HEREDUM SUORUM QUI AD HONOREM DEI ET BEATE VIRGINIS MARIÆ ET SANCTORUM SUORUM ET SCILICET SANCTI FRANCISCI SANCTI IOHANNIS BAPTISTE SANCTI IULIANI DONAVERUNT LUCUM ISTUM ORDINI FRATRUM MINORUM ET SUI EXPENSIS TOTUM LOCUM HEDIFICAVERUNT AC ET DOCTAVERUNT UNUM. PRO ISTO BENEFICIO FRATRES ISTIUS LOCI ORABUNT SAMPER ET MISAS CELEBRABUNT IN PERPETUUM IN VITA TALITER ET IN MORTE PRO SALUTE ANIMARUM SUARUM ET HEREDUM.|lingua=la}}
Fino alla metà del [[XVII secolo|Seicento]] il convento rimase l'unica costruzione nella zona della Chiappetta (nome che deriva da una corruzione del termine [[Lingua latina|latino]] ''Clapeta'', cioè "cappelletta"). A partire da quell'epoca intorno al convento sorsero alcune case fino a formare un piccolo borgo, con case, botteghe, un mulino e un’osteria; alcune di queste case sono ancora esistenti, altre furono demolite intorno alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] durante i lavori di arginatura del Polcevera, poiché si trovavano nell'area ora percorsa dal nuovo letto del torrente.
 
Nei secoli successivi, altre famiglie, nobili ‭(‬Ghersi,‭ ‬Serra e [[Spinola]]‭) ‬e borghesi ‭(Cavo, ‬Giordano, Sedevolpe,‭ ‬Semino,‭ Tatis, ‬Vinelli‭), ‬finanziarono il convento in cambio del diritto alla sepoltura nella chiesa, come attestato da altre lapidi sepolcrali,‭ oggi collocate ‬nel pavimento del [[coro (architettura)|coro]].
 
Nel [[1563]] la chiesa fu consacrata da monsignor [[Gerolamo Ferragatta]], allora vescovo di [[Vire (Calvados)|Vire]], in [[Francia]] e che in seguito sarebbe diventatofuturo vescovo di [[Aosta]].
 
Fino alla metà del [[XVII secolo|Seicento]] il convento rimase l'unica costruzione nella zona della Chiappetta (nome che deriva da una corruzione del termine [[Lingua latina|latino]] ''Clapeta'', cioè "cappelletta"). A partire da quell'epoca intorno al convento sorsero alcune casecostruzioni fino a formare un piccolo borgo, con case, botteghe, un [[mulino]] e un’osteriaun’[[osteria]]; alcune di queste case sono ancora esistenti, altre furono demolite intorno alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] durante i lavori di arginatura del Polcevera, poiché si trovavano nell'area ora percorsa dal nuovo letto del torrente.
 
I locali del convento sono stati per secoli un punto di riferimento anche per funzioni amministrative civili (è ricordata tra l'altro l'elezione, il 21 giugno 1583, dell'Abate del Popolo. <ref>Figura politica dell'epoca che affiancava il [[Capitano del Popolo]], rappresentante del potere governativo, con il compito di portare all'attenzione dei governanti le istanze della gente comune.</ref> <ref>M. Lamponi, Bolzaneto, ieri, oggi e…, Genova, 2008.</ref>)
 
===La ristrutturazione secentesca===
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[[Immagine:Genova-San Francesco alla Chiappetta-chiostro.jpg|thumb|right|250px|Il chiostro del convento]]
In occasione di questi lavori furono anche costruiti il [[campanile]] a torre, oggi dotato di un concerto di otto [[campana|campane]], e il [[chiostro]] quadrangolare colonnato con un pozzo al centro.
Questa ristrutturazione, conclusasi ai primi del [[XVIII secolo|Settecento]], viene attribuita all'architetto lombardo [[Francesco Muttoni]] ([[1668]]-[[1747]]), autore anche dell'altare maggiore e delle elaborate decorazioni interne.
 
===L’Ottocento (dalla soppressione napoleonica al ritorno dei frati)===
Nel [[1798]], a seguito delladelle leggeleggi napoleoniche sulla [[soppressione degli ordini religiosi]], i frati francescani dovettero lasciare il convento e la chiesa fu affidata al clero diocesano fino al [[1896]], anno in cui poterono farvi ritorno. Al momento della soppressione del convento nel borgo della Chiappetta erano censite otto case, 14 botteghe, un mulino, cinque stalle e un'osteria; tutti questi immobili erano all'epoca ancora di proprietà del [[Chiesa di San Francesco di Castelletto (Genova)|convento di san Francesco di Castelletto]], dal quale fino al 1703 dipendeva quello della Chiappetta.
 
InNel questo1805, periododopo il forzato abbandono dei frati, i locali del convento furono venduti a privati, ad eccezione della chiesa con le sue pertinenze, che passò sotto la giurisdizione della [[Arcidiocesi di Genova|curia genovese]] e fu affidata al [[parroco]] di [[Chiesa di San Martino di Murta|S.‭ ‬Martino di Murta]]. Da allora, e fino al 1896, la chiesa fu amministrata da un “custode” (un [[presbitero|sacerdote]] checon funzioni di [[cappellano]], dipendevanominato dal parroco di [[Murta]]) coadiuvato dai “massari” (detti anche “fabbriceri”), [[laico|laici]] che amministravano i beni ecclesiastici curando la manutenzione degli edifici e le spese relativeper all’eserciziol’esercizio del culto. Nei primi tempi i custodi furono scelti tra sacerdoti appartenenti allo stesso ordine soppresso.‭
 
{{quote|''Conventuali: avevano in città la [[Chiesa di San Francesco di Castelletto (Genova)|chiesa splendidissima di s. Francesco in Castelletto]], distrutta, dopo il 1798, insieme col convento. Quello che godevano alla Chiappetta in Polcevera non è al tutto abbandonato: la chiesa serve di sussidiaria, ed ha un cappellano, che da' genovesi chiamasi custode, titolo assai dicevole, e conforme alla disciplina antica.'' |[[Goffredo Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840}}
Nel [[1805]] i locali del convento furono venduti a privati, ad eccezione della chiesa e delle sue pertinenze. Questi immobili, nel corso degli anni, furono oggetto di vari cambi di proprietà, prima di ritornare all'Ordine Francescano nel [[1896]]. Tra il [[1878]] e il [[1895]] i locali ospitarono provvisoriamente anche una sezione dell'[[ospedale psichiatrico]] genovese, in attesa del completamento del complesso manicomiale di [[Cogoleto]].
 
NelLe cronache del tempo registrano che il 28 luglio del 1834 nel convento fu ospitato l'ex re del [[1834Portogallo]], [[Michele del Portogallo|Michele I]], di passaggio a Genova. Il 26 agosto di quello stesso anno il complesso subì una grave [[alluvione]], l’ultima di una lunga serie. Infatti, essendo posto in riva al torrente Polcevera e non protetto da alcun argine, in occasione di forti piogge la chiesa, il convento e le case circostanti erano frequentemente esposte a piene improvvise e devastanti.
 
[[File:Genova Bolzaneto convento San Francesco.jpg|thumb|right|250px|Il convento di San Francesco visto dalle alture di Bolzaneto]]
Fino alla metà del [[XIX secolo]] la chiesa e il convento si trovavano sulla sponda destra del [[Polcevera (torrente)|Polcevera]], all’interno dell’ampia ansa formata dal torrente.
Quando intorno al [[1850]] fu costruita la [[Ferrovia Torino-Genova|ferrovia Genova-Torino]], fu rettificato ed arginato il corso del torrente eliminando l'ansa da questo formata.
Fu scavato, per un tratto di circa 500 m, un nuovo tratto di letto rettilineo che tagliava la base della collina di [[Murta]] immediatamente a monte del convento di San Francesco, che in tal modo passò dalla destra alla sinistra del torrentePolcevera e fu in breve tempo contornato dalleda numerose abitazioni che sorgevanocostruite sul vecchio greto del torrente, ora interrato, eche andavano progressivamente a costituire l’attuale abitato di [[Bolzaneto]].
 
Nella seconda metà dell’[[XIX secolo|Ottocento]] furono eseguiti diversi interventi all’interno della chiesa; i più significativi furono la decorazione dell’[[abside]] e del [[presbiterio]] e l’[[affresco]] nella [[volta (architettura)|volta]] della [[navata]], opera di [[Francesco Semino]], raffigurante ''San Francesco in gloria'' ([[1873]]).
 
Nel [[1805]] i locali delIl convento furono venduti a privati, ad eccezione della chiesa e dellele sue pertinenze. Questi immobili, nel corso degli anni, furono oggetto di vari cambi di proprietà, prima di ritornare all'Ordine Francescano nel [[1896]]. Tra il [[1878]] e il [[1895]] i locali ospitarono provvisoriamente anche una sezione, con circa 100‭ ‬posti letto, dell'[[ospedale psichiatrico]] genovese, in attesa del completamento del complesso manicomiale di [[Cogoleto]].
Il [[2 ottobre]] del [[1896]], in occasione della solennità di S. Francesco, i Frati Minori Conventuali presero nuovamente possesso della chiesa e del convento, dopo 98 anni di assenza.
 
Il [[2 ottobre]] del [[1896]], in occasione della solennità di S. Francesco, i Frati Minori Conventuali presero nuovamente possesso della chiesa e del convento, dopo 98 anni di assenza.
 
===Il Novecento===
Nel [[1925]] il convento acquistò dal Comune di Bolzaneto un tratto del marciapiede all’esterno della chiesa per la costruzione delle tre cappelle laterali di destra, per ospitare gli altari, in precedenza interni alla navata,‭ ‬che risultava quindi assai angusta.
 
NelNell'agosto del 1961 con decreto del cardinale [[1961Giuseppe Siri]] la chiesa, fu eretta in [[parrocchia]], conaffidata decretoai delFrati cardinaleMinori [[Giuseppe Siri]]Conventuali.
 
==Descrizione storico-artistica==
===Convento===
Il convento della Chiappetta è un grande edificio su tre piani a pianta quadrata, con un piccolo [[chiostro]] interno, formato da 15‭ [[arco (architettura)|‬archi]] sorretti da altrettante‭ [[colonna|‬colonne]].‭ Nel cortile interno del ‬chiostro si trova un [[pozzo]] in muratura risalente al [[XVII secolo]].
 
Un tempo, prima della costruzione dell’[[argine]] (che ora passa a pochi metri dall’edificio e sul quale corre la [[Ferrovia Torino-Genova|ferrovia Genova-Torino]]), alle spalle del convento vi era un vasto [[Orto (agricoltura)|orto]], coltivato dai frati e che costituiva una delle fonti principali del loro sostentamento. Questo orto si estendeva su terreni oggi occupati dall’argine stesso e dall’attuale corso del [[Polcevera (torrente)|torrente Polcevera]].
In origine l'orto costituiva una‭ “‬clausura all’aperto‭”, ‬cioè un appezzamento di terreno non accessibile ai laici, caratteristica dei più antichi conventi francescani.
 
===Chiesa===
La chiesa annessa al [[convento]], intitolata a [[Francesco d’Assisi|San Francesco d’Assisi]], è a [[navata]] unica con un piccolo atrio (derivato dalla chiusura dell’originario [[pronao]] durante la ristrutturazione secentesca) e sei [[cappella|cappelle]] laterali.
In origine costruita in stile [[romanico]]-[[gotico]], come tutte le chiese francescane del [[XIII secolo]], fu trasformata nel [[XVII secolo]] in stile [[barocco]]. La [[facciata]] è molto semplice e rispecchia ancora lo stile originario. La pavimentazione è in marmo a disegni geometrici‭ .
 
Nella controfacciata, al di sopra dell'ingesso principale è un pregevole [[Organo (musica)|organo]], fabbricato nel [[1884]] dalla ditta [[Mascioni]] di [[Cuvio]] (VA).
Questa ristrutturazione, conclusasi ai primi del [[XVIII secolo|Settecento]], viene attribuita all'[[architetto]] e [[stuccatore]] lombardo [[Francesco Muttoni]] ([[1668]]-[[1747]]), autore anche dei disegni dell'altare maggiore e delle elaboratedegli decorazionialtari internelaterali.
 
‭L'interno della chiesa è stato interamente decorato ‬nel‭ ‬1867‭ ‬dagli indoratori e pittori genovesi [[Giuseppe Leoncini]] e [[Paolo Boccardo]].‭
 
Nella controfacciata, al di sopra dell'ingesso principale è un pregevole [[Organo (musica)|organo]], fabbricato nel [[1884]] dalla ditta [[Mascioni]] di [[Cuvio]] (VA[[provincia di Varese|Varese]]).
 
====Presbiterio e coro====
L’[[altare]] maggiore in [[marmo]] è opera di [[Francesco Muttoni]]. Intorno all’altare si trovano alcuni notevoli dipinti del [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo]]:
L’[[altare]] maggiore in [[marmo]] è opera di [[Francesco Muttoni]]. Intorno all’altare si trovano alcuni notevoli dipinti del [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo]]: ''[[Stimmate]] di San Francesco'' di scuola emiliana <ref>P. Filippo Pittaluga, nel libro richiamato in bibliografia, lo attribuisce a [[Giovanni Battista Carlone]] (1592-1677), sulla base di un documento conservato nell'archivio del convento</ref>, collocato sulla parete dell’[[abside]], sopra il [[Coro (architettura)|coro]], ''[[Assunzione di Maria|Assunzione della Beata Vergine Maria]]'' di [[Pietro Paolo Raggi]] ([[1649]]-[[1724]]) ed ''Estasi di [[Caterina Fieschi Adorno|Santa Caterina Fieschi Adorno]]'', una delle opere più notevoli di [[Domenico Piola]] ([[1627]]-[[1703]]), che si trovano sulle pareti ai lati dell’altare. Sulle stesse pareti, collocate su mensole, si trovano quattro statue, raffiguranti ''[[Francesco d'Assisi|San Francesco]]'', ''[[Antonio di Padova|Sant'Antonio]]'', ''[[Elisabetta d'Ungheria|Santa Elisabetta d'Ungheria]]'' e ''[[Luigi IX di Francia|San Luigi IX di Francia]]'' (questi ultimi patroni del [[Ordine Francescano Secolare|Terzo Ordine Francescano]]).
* ''[[Stimmate]] di San Francesco'', di scuola emiliana del [[XVII secolo]] (botteghe del [[Giovanni Lanfranco|Lanfranco]] e del [[Sisto Badalocchio|Badalocchio]])<ref>Il quadro raffigura il santo assistito da due [[angelo|angeli]] dopo aver ricevuto le stimmate sul [[Santuario della Verna|monte della Verna]].</ref><ref>P. Filippo Pittaluga, nel libro richiamato in bibliografia, lo attribuisce a [[Giovanni Battista Carlone]] (1592-1677), sulla base di un documento conservato nell'archivio del convento.</ref>, collocato sulla parete dell’[[abside]], sopra il [[Coro (architettura)|coro]];
* ''[[Assunzione di Maria|Assunzione della Beata Vergine Maria]]'' di [[Pietro Paolo Raggi]] (1649-1724);
* ''Estasi di [[Caterina Fieschi Adorno|Santa Caterina Fieschi Adorno]]'', una delle opere più notevoli di [[Domenico Piola]] (1627-1703);
 
Gli ultimi due si trovano sulle pareti ai lati dell’altare. Sulle stesse pareti, collocate su mensole, si trovano quattro statue in legno, opere di artisti [[Val Gardena|gardenesi]], raffiguranti ''[[Francesco d'Assisi|San Francesco]]'', ''[[Antonio di Padova|Sant'Antonio di Padova]]'', ''[[Elisabetta d'Ungheria|Santa Elisabetta d'Ungheria]]'' e ''[[Luigi IX di Francia|San Luigi IX di Francia]]'' (questi ultimi patroni del [[Ordine Francescano Secolare|Terzo Ordine Francescano]]).
Oltre al già citato [[affresco]] nella [[volta (architettura)|volta]] della chiesa che rappresenta ''San Francesco in gloria'', eseguito nel [[1873]] da [[Francesco Semino]] ([[1832]]-[[1883]]), nella volta del [[presbiterio]] si trova un affresco di [[Virginio Grana]] ([[1830]]-[[1888]]), raffigurante la ''Madonna con San Francesco e [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]]''. Un altro affresco, del pittore bergamasco [[Umberto Marigliani]] ([[1885]]-[[1960]]), si trova nella volta dell'[[abside]].
 
Oltre al già citato [[affresco]] nella [[volta (architettura)|volta]] della chiesa che rappresenta ''San Francesco in gloria'', eseguito nel [[1873]] da [[Francesco Semino]] ([[1832]]-[[1883]]), nella volta del [[presbiterio]] si trova un affresco di [[Virginio Grana]] ([[1830]]-[[1888]]), raffigurante la ''[[Maria, madre di Gesù|Madonna]] con San Francesco e [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]]''. Un altro affresco, del pittore bergamasco [[Umberto Marigliani]] ([[1885]]-[[1960]]), si trova nella volta dell'[[abside]].
 
====Cappelle laterali====
Lungo la navata si trovano sei‭ ‬cappelle,‭ ‬tre per ciascun lato, che ospitano gli altari secondari.
 
=====Altari a sinistra=====
*Primo altare, dedicato a [[San Giuseppe da Copertino]]: vi si trova un modesto dipinto secentescodel [[XVI secolo]] della scuola di [[Luca Cambiaso]] raffigurante la ''[[Maria, madre di Gesù|Madonna]] con [[Gesù Bambino]] e [[San Giuseppe da Copertino]]''.
 
*Secondo altare:, statuadedicato ligneaa di ''[[Giuseppe (padre putativo di Gesù)|San Giuseppe]]'': ospita una statua lignea del santo, opera di un artista [[Val Gardena|gardenese]] degli [[Anni 1920|anni venti]] del [[XX secolo|Novecento]].
 
*Terzo altare: dipinto di [[Giuseppe Galeotti]] raffigurante un ''Miracolo di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]]'' (vi si vede il santo che riattacca un piede ad un giovane che se lo aveva reciso).
 
*Terzo altare, dedicato a [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]]: vi è collocato un dipinto di[[XVIII secolo|settecentesco]] attribuito a [[Giuseppe Galeotti]], raffigurante un ''Miracolo di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]]'' (vi si vede il santo che riattacca un piede ad un giovane che se lo aveva reciso).
=====Altari a destra=====
*Primo altare:, statuadedicato ligneaa di ''[[Vergine Maria, madre di Gesù|Nostra Signora della Misericordia]]'', dicon [[Antonstatua Marialignea Maragliano]]del ([[1644XVII secolo]]- della scuola del [[1741Anton Maria Maragliano|Maragliano]]).
 
*Secondo altare: statuadedicato dellaalla ''[[Nostra Signora della Guardia|Madonna della Guardia]]'', con statua in legno (1926), nella iconografia classica, di [[Antonio Canepa (scultore)|Antonio Canepa]] ([[1850]]-1931). La cappella fu solennemente inaugurata il 15 maggio 1926 alla presenza del cardinale [[1931Aurelio Galli]]).
 
*Terzo altare: dipinto raffigurantededicato l''all'[[Immacolata Concezione]]'', con dipinto di [[Domenico Piola]] ([[XVII secolo]]).
*Secondo altare: statua della ''[[Nostra Signora della Guardia|Madonna della Guardia]]'', nella iconografia classica, di [[Antonio Canepa (scultore)|Antonio Canepa]] ([[1850]]-[[1931]]).
 
===Oratorio===
*Terzo altare: dipinto raffigurante l'''[[Immacolata Concezione]]'' di [[Domenico Piola]].
L'oratorio della locale [[confraternita]],‭ che fa parte del complesso conventuale, era ‬dedicato alla [[Natività di Maria|Natività della Beata Vergine]],‭ ma ‬comunemente è chiamato ''oratorio di san Francesco''. Se ne hanno notizie documentate dalla metà del‭ [[XV secolo]]. D‬ocumenti di archivio attestano la vitalità‭ della confraternita ‬di‭ ‬san Francesco nel corso dei secoli, prima della sua soppressione nel 1811.
Un tempo le pareti erano decorate con dodici grandi affreschi raffiguranti episodi della vita di San Francesco. L'edificio, riacquistato dai francescani nel 1928, dal 1929 per molti anni divenne un [[teatro]] in cui operava una piccola compagnia [[Dramma|filodrammatica]]; dopo alcuni anni di abbandono, nel 1976 fu trasformato in [[palestra]], da alcuni anni è utilizzato come salone per incontri e manifestazioni.
 
==Festività==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|L.|[[Luigi Persoglio|Persoglio]]|Memorie della Parrocchia di [[Murta]] in [[Valpolcevera|Polcevera]]|1873|}}
* {{cita libro|F.|Pittaluga|Soppressione e ritorno alnel convento|1982|}}
* {{cita libro|M.|Lamponi|Bolzaneto, ieri, oggi e…|Riccardo Rossi Editore|2008|}}
* Pieghevole illustrativo della chiesa e del convento di San Francesco alla Chiappetta
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=97 La chiesa di San Francesco alla Chiappetta sul sito dell'Arcidiocesi di Genova]
* [http://www.stoarte.unige.it/gewiki/index.php/Chiesa_di_San_Francesco‭_‬%28Bolzaneto%29 La chiesa e il convento di San Francesco alla Chiappetta sul sito http://www.stoarte.unige.it]
 
{{portale|architettura|cattolicesimo|Genova}}