Caso Graneris: differenze tra le versioni

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In seguito a questo tradimento, l'amore della Graneris per il ragazzo venne meno, e anch'essa cominciò ad accusare Badini, attribuendogli l'ideazione del piano e l'intenzione di appropriarsi del patrimonio della famiglia.
 
Badini confessò di aver compiuto l'azione da solo: dichiarò di aver temuto di perdere la ragazza per via del disprezzo che i genitori provavano per lui, e affermò di aver desiderato rendere la ragazza orfana come lui. Sostenne di essere stato plagiato dalla fidanzata, che l'avrebbe a suo dire costretto a compiere la strage prospettandogli una vita facile grazie all'eredità dei genitori. Il patrimonio delle vittime all'epoca era stimantostimato in circa 100 milioni di [[lira italiana|lire]].
 
Un secondo colpo di scena scaturì invece dalle dichiarazioni della Graneris, che confessò l'omicidio di una [[prostituta]] come prova per il massacro. L'affermazione non trovò riscontro, e venne identificata dai giudici come un tentativo di invocare l'infermità mentale, subito esclusa da una perizia psichiatrica. I parenti superstiti della ragazza si costituirono parte civile nel processo, rifiutando pubblicamente di prendere in considerazione l'idea di perdonarla e rilasciando dichiarazioni molto dure alla stampa.