Petrignano del Lago: differenze tra le versioni

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Nel territorio del Trasimeno, già sotto [[Martino V]], le poste del Chiugi, appaltate in precedenza da Braccio da Montone erano tornate sotto la giurisdizione dello [[Stato Pontificio]] e papa Niccolò V, nel [[1453]], dopo aver mutato la posta di Petrignano in [[Feudo|feudo nobiliare pontificio]], la concesse in [[enfiteusi]] al vescovo di Perugia Jacopo Vagnucci, promosso con grande ''onore, festa e trionfo'', governatore di [[Bologna]].<ref>G. Mancini, ''Cortona nel Medioevo'', Ed. Calosci, Cortona, pagg. 336-33, 1992.</ref>
===Itinerario di religiosità ===
Con questa nuova concessione feudale i [[Jacopo Vagnucci|Vagnucci]], già proprietari di molti beni in Valiano, divennero anche usufruttuari degli immobili petrignanesi riconducibili nel passato alla tragica vicenda di Margherita da Laviano, come già accennato. La diffusione del culto della venerata Margherita in auge in Cortona, era divenuto ormai da tempo un fenomeno di grande rilevanza popolare. Per la famiglia Vagnucci, di modeste origini, l'appropriarsi di quel mito ricompensava il canone enfiteutico e diventava motivo di prestigio e di accrescimento del consenso popolare. Con l'investitura feudale, i fratelli del Vescovo di Perugia, Pietro, Onofrio, Tommaso, e Bartolomeo Vagnucci ascesi nel rango nobiliare, provvidero al restauro della villa in località [[Valiano|Palazzi]], (tra Petrignano e Valiano), dove la tradizione popolare indicava la casa di villeggiatura di Margherita e Raniero ed ancor oggi, nella facciata della villa, si nota lo stemma della famiglia Vagnucci: un orso coronato che con la zampa stringe un ramo con tre rose.<ref>A. Della Cella, ''Cortona Antica'', Ed. LU.NO, Cortona, p. 265. 1979.</ref> Nel [[ 1488]], al termine della enfiteusi Vagnucci, papa [[ Innocenzo VIII]] concesse il feudo di Petrignano al [[Priore|priore]] cortonese [[Bourbon del Monte di Santa Maria|Ranieri Petrella]] ed al suo fratello Pietro. Verso la fine del secolo XV, nelle ville di Pozzuolo e Petrignano fecero la loro comparsa i [[Olivetani|Monaci Benedettini Olivetani]] che, già stanziati nel monastero di [[San Secondo]] dell'[[Isola Polvese]] fin dal [[1482]], si stabilirono anche nella terra ferma, nei dintorni del Trasimeno. Nel [[1495]] la bolla di [[Alessandro VI]] affidò agli Olivetani la chiesa della Madonna del Giglio (oggi ridotta ad edicola sulla salita di Pozzuolo) e, nei pressi di Petrignano, la chiesa di Santa Maria dei Pini (dmolita nel 1854) e la chiesa di [[Sant'Ansano]].<ref>R. Serafini, ''Op, Cit,'' p. 350</ref> In quel periodo, i documenti conservati nell'archivio vescovile di [[Città della Pieve]], riportano la relazione di un episodio miracoloso verificatosi nella campagna di Petrignano.
====Il miracolo della Madonna dell'Acqua====
[[File:Monteoliveto panoramma 33.jpg|thumb|200px|left|[[Abbazia di Monte Oliveto Maggiore]]]]