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Entrò nel movimento fascista nel 1920, partecipò alla [[marcia su Roma]] e svolse una continua attività sindacale a Trieste, Bari, Roma, Como, Firenze, Treviso e Caltanissetta. Nel [[1942]] fu nominato presidente della società mineraria ''Carbonsarda'' e nel maggio [[1943]] divenne presidente della Confederazione di Lavoratori dell'Industria, titolo con il quale partecipò alla riunione del [[Gran Consiglio del Fascismo|Gran Consiglio]] del 25 luglio, votando a favore dell'[[ordine del giorno Grandi]].
 
Successivamente si pentì di questa decisione e nel [[settembre]] del 1943 chiese di potersi iscrivere al [[Partito Fascista Repubblicano]], corredando la richiesta con una lunga lettera al segretario [[Alessandro Pavolini]], nella quale ricordava le sue benemerenze fasciste.
 
Nonostante questo suo tardivo pentimento, venne arrestato a [[Roma]] (fu il primo tra i "traditori" ad essere catturato dai nazifascisti) e processato dal [[Processo di Verona|tribunale di Verona]], evenendo infine condannato a morte. Fu fucilato anella Veronacittà in cui si era svolto l'assise la mattina dell'[[11 gennaio]] [[1944]].
 
Nonostante questo suo tardivo pentimento, venne processato dal [[Processo di Verona|tribunale di Verona]] e condannato a morte. Fu fucilato a Verona la mattina dell'[[11 gennaio]] [[1944]].
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