Nazionalismo egiziano: differenze tra le versioni

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I nazionalisti volevano anche che il Khedivè ʿAbbās Ḥilmī II concedesse una Costituzione all'Egitto, con un parlamento scelto in base a libere elezioni e con un governo responsabile di fronte al parlamento, riducendo in tal modo il potere dei consiglieri britannici del governo egiziano. Subito dopo, Mustafā Kāmil divenne presidente del partito Nazionale ma morì improvvisamente, all'età di appena 33 anni.<ref>{{cite web | title= Mustafa Kamil | url= http://www.answers.com/topic/mustafa-kamil| publisher= Answers.Com }}</ref> Manifestazioni di dolore sul larga scala si svolsero in occasione dei suoi funerali, a dimostrazione dal vastissimo seguito che il giovane politico s'era saputo guadagnare, in nome di ideali libertari e democratici.
 
[[Immagine:Mohammed Farid.jpg|thumb|left|[[MohammadMuhammad Farid|Muhammad Farīd]]]]
Immediatamente dopo la morte di Mustafā Kāmil, i nazionalisti elessero al suo posto il suo principale collaboratore e vice-presidente del Partito Nazionale, [[MohammadMuhammad Farid|Muhammad Farīd]]. Sebbene meno carismatico del suo predecessore, Farīd era un uomo di saldi principi, finanziariamente indipendente e determinato a continuare la lotta per la libertà e l'indipendenza egiziana. Oltre a organizzare le sezioni del partito in tutto l'Egitto, egli aprì anche un gran numero di scuole serali per lavoratori e cooperative di consumo, garantendo il suo sostegno alla lenta crescita dei sindacati dei lavoratori. Continuò a ricevere il sostegno delle corti europee - esclusa ovviamente quella britannica - ma Muhammad Farīd rafforzò anche i legami con il governo [[ottomano]] e assunse lo [[Shaykh]] ʿAbd al-ʿAzīz Jāwīsh, uno scrittore musulmano, per guidare il quotidiano ''al-Liwāʾ''. Jāwīsh prese presto a polemizzare con i [[copti]] e i britannici e, malgrado la causa del Partito Nazionale fosse sostenuta da molti musulmani, portò il partito di Farīd su posizioni sempre più estremistiche. Quando un membro del Partito Nazionale uccise nel 1910 il [[Primo ministro]] egiziano, il copto [[Boutros Ghali|Butros Ghālī]] (colpevole, da giudice, di aver avallato acriticamente le decisioni, repressive quanto ingiuste, di una corte a maggioranza britannica, chiamata a giudicare l'"Incidente di Denshawāʾi"),il governo egiziano (incoraggiato dai consiglieri britannici) scatenò una repressione ai danni del Partito Nazionale. Nel giro di due anni, tanto Farīd quanto Jāwīsh, avendo scontato le pene carcerarie cui erano stati condannati, trovarono asilo a [[Istanbul]]. Il Partito Nazionale, con molti suoi organi di stampa interdetti, conobbe una rapida eclissi politica.
 
Concorrenti con i nazionalisti, erano altri due partiti egiziani sorti spontaneamente: il Partito Umma<ref>La traduzione letterale sarebbe "Partito delle Comunità" ma qui il sostantivo "Umma" potrebbe essere tradotto meglio con "Nazione": quindi Partito della Nazione.</ref> (''Hizb al-Umma'' ) e il Partito della Riforma Costituzionale (''Hizb al-Islâh al-Dustûrî'' ). Il Partito Umma, composto da proprietario terrieri e intellettuali, invocava un graduale affrancamento del Paese dal Regno Unito, da acquisire in cooperazione con i britannici, grazie a un adeguato rafforzamento dell'istruzione, facendo imparare al popolo egiziano il significato di diritti e doveri del cittadino, non più suddito. Sosteneva la priorità degli interessi dell'Egitto e avversava il [[panislamismo]], evitando collusioni con il Khedivè (di accesi sentimenti anti-britannici) e l'[[Impero ottomano). Il Partito della Riforma Costituzionale, invece, appoggiava i diritti del Khedivè a governare l'Egitto e invocava l'unità islamica. Nessuno dei due raccolse però il consenso che in precedenza aveva ottenuto nei suoi anni migliori il Partito nazionale di Mustafā Kāmil e Muhammad Farīd.<!--