Oddone di Rigaud: differenze tra le versioni

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==Opere e pensiero==
La sua attività letteraria è limitata al genere della ''lectio'' e della ''disputatio'' legata all'attività del magistero; in entrambe, però, si rivela un innovatore. Rispetto alla ''lectio'' egli non si limita alla semplice raccolta di glosse, ma essa assume già i caratteri di una un'esposizione personale di tutta la materia teologica. Naturalmente il suo carattere dialettico trova migliore espressione nella forma letteraria della ''disputatio'', ove è maggiormante libero l'incedere argomentativo. Le sue ''Quaestiones disputatae'' sono redatte in modo da costituire un tutto organico, sviluppando una serie di passaggi che seguono l'andamento del testo di riferimento, il ''Liber sententiarum'' del [[Pietro Lombardo (teologo)|Lombardo]].
 
===Sulla teologia===
 
OdoOddone afferma la necessità del metodo [[razionale]] dialettico anche in [[teologia]]. Per lui questi non è solo compatibile, bensì necessario poiché permette di reldererendere intellegibileintelligibile ciò che è credibile (''da creitum allo scitum'') con il doppio vantaggio di rafforzare l'impalcatura concettuale della teologia e di rendere comprensibili al credente le verità di fede al fine di rinsaldarla. L'atto di fede stessa è per OdoOddone una particolare forma di [[razionalità]], particolare perché i principi di verità che essa conosce si palesano nelle eccezionali condizioni della rivelazione e dei segni della [[Grazia divina|grazia]]. La teologia è quindi una [[scienza]] composita poichepoiché in essa partecipano sia [[Dio]] che l'uomo: da ciò discende la conseguenza fondamentale che essa debbe utilizzare non solo le necessarie vie dell'evidenza dei messaggi della rivelazione, ma altresì il procedere deduttivo della scianzascienza [[Aristotele|aristotelica]].
 
===L'epistemologia teologica===
 
Rispetto al modello di scienza aristotelico, Oddone sottolinea che esso solamente sarebbe limitato per la realizzazione dell'obiettivo della scienza teologica. Lo stagirità[[Aristotele|Stagirita]] aveva infatti affermato negli [[Analitici secondi]] che i caratteri di necessita, unità ed universalità tipici del modello scientifico escludessero l'applicazione della ricerca alla singolarità per i suoi caratteri opposti di molteplice, contingente e individuale. Ora, questo modello si rivelerebbe inapplicabile alla singolarità delle verità e degli accadimenti del cammino di redenzione. Nell'ottica cristrianacristiana queste singolarità trascendono la dimensione contingente e naturale poiché reppresentano segni della verita assoluta da valutare simbolicamente sotto la dondizionecondizione illuminante della rivelazione.
 
Il secondo impedimento del modello aristotelico è ricavato dalla distinzione tra teoretico e pratico, rinviante a due attivitaattività distinte dell'intelletto: poiché la teologia non ammette la conoscenza delle verità divine e del [[Redenzione (religione)|cammino redentivo]] se non come atto totale, sarebbe il modello aristotelico rimarrebbe inapplicabile perché estrometterebbe dalla scienza teologica non poco della natura umana.
 
Il superamento tra teorico e pratico da parte di Oddone si basa su una concezione volitiva dell'atto razionale che lo rende [[Olismo|olistico]] dal principio al completamento. Egli si concentra sulla dimensione intenzionale (''intentio''), nella quale l'uomo stabilisce la sua relazione esistenziale con l'oggetto mentale del conoscere. Questa relazione investe l'esistenza in ogni suo aspetto per cui l'atto razionale è sempre ed insieme etico e conoscitivo. Nell'atto razionale guidato dall<nowiki>'</nowiki>''intentio'' si svolge un processo dimanicodinamico nel quale ogni capacità (''vires'') entra in relazione con gli oggetti del conoscere gerarchizzandone dii fini. Cade, in questo modello di razionalità e della scienza da esso promossa, ogni distinzione ipistemicaepistemica e protocollare tra razionalita e a-razionalità, teorico e pratico, particolare ed universale.
 
Di questa rinnovata unità del sapere è detentore il teologo il cui fine conoscitivo è ciò che di massimamente unito universale e assoluto si possa conoscere, Dio. I caratteri epistemici della teologia si rivelano, così, in armonia ai caratteri propri dell'ggettooggetto dei suoi interessi.
La teologia acquisisce inil titolo di scienza poiché essa procede argomentativamente rispetto a verità massime. Tuttavia essa rimane scienza in senso generale poiché non ricava da se i propri principi ma li riceve dall'esterno (rivelazione). A conseguenza di ciò esaessa acquista però il carattere di ''sapientia'' in quanto, in armonia colcon il modello greco, essa è conoscenza pura degli universali: sapienza immediata nella mente di Dio che si riletteriflette analogicamente nel sapere teologico.
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