Brunoro II Zampeschi: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Brunoro II
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|Epoca = 1500
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stato uomo d'arme, [[capitano di ventura]], Principe, Conte, Governatore di Crema e della Dalmazia, ''Dux'' (Duca) e Governatore Plenipotenziario di Candia, Signore Sovrano e Vicario Pontificio Perpetuo di [[Forlimpopoli]], Signore di Giovedia, di San Mauro e di Tomba.
|Immagine = Tomba_di_Brunoro_II.JPG
|DimImmagine = 141
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Figlio di Brunoro I [[Zampeschi]], ne calcò le gesta e ne ampliò la portata divenendo signore illuminato, [[poeta]], ed amante dell'arte. Giovanissimo, sposò la Principessa Battistina, della famiglia Savelli di Roma.
==Biografia==
Si diede ben presto all'avventura tanto che nel [[1552]] fu arrestato a [[Forlì]] dal [[cardinal legato]] di [[Romagna]] Girolamo Capoferro e liberato solo quando la matrigna consegnò al Ponteficepontefice la Roccarocca di Forlimpopoli. Fu in seguito [[papa Giulio III]] a reintegrarlo dei suoi possedimenti e a riabilitarlo.
 
Il [[1556]] vedeebbe l'inizio dellela gestasua armigerecarriera di condottiero combattendo a fianco del papato contro i Bagno,. inIn nome di [[Paolo IV]], Brunoro toglie a [[Giovan Francesco da Bagno]] i castelli di [[Gatteo]], [[Ghiaggiolo]] e [[Montebello (castello)|Montebello]], distinguendosi così presso illa Santa VaticanoSede. Nel marzo dello stesso anno si trova impegnato nel [[Lazio]] difendendo [[Roma]] dagli attacchi del [[Duca d'Alba]], infine si trasferisce negli [[Abruzzi]] a supporto delle truppe francesi del [[duca di Guisa]].
Si diede ben presto all'avventura tanto che nel [[1552]] fu arrestato a [[Forlì]] dal legato di [[Romagna]] Girolamo Capoferro e liberato solo quando la matrigna consegnò al Pontefice la Rocca di Forlimpopoli. Fu in seguito [[Giulio III]] a reintegrarlo dei suoi possedimenti e a riabilitarlo.
 
Il [[1556]] vede l'inizio delle gesta armigere combattendo a fianco del papato contro i Bagno, in nome di [[Paolo IV]] toglie a [[Giovan Francesco da Bagno]] i castelli di [[Gatteo]], [[Ghiaggiolo]] e [[Montebello (castello)|Montebello]] distinguendosi così presso il Vaticano. Nel marzo dello stesso anno si trova impegnato nel [[Lazio]] difendendo [[Roma]] dagli attacchi del [[Duca d'Alba]], infine si trasferisce negli [[Abruzzi]] a supporto delle truppe francesi del [[duca di Guisa]].
 
Nel [[1559]] risiede a Forlimpopoli, e si avvicina all'arte.
Ma il richiamo delle armi fu forte e nel [[1562]] parte per [[Crema (Italia)|Crema]], in veste di capitano del [[cavalleggeri]] di [[Venezia]].
 
Nel [[1564]] rientra in Romagna dove si dedica alla gestione dei suoi fondi, ma l'inattività dura ben poco,: nel [[1568]] parte per la Francia dove, per sostenere il Duca [[Emanuele Filiberto I di Savoia|Emanuele Filiberto di Savoia]], combatte contro gli [[Ugonottiugonotti]], supportandocoadiuvando le truppe di Rere [[Carlo IX di Francia|Carlo IX]]. È in questa occasione che fuè insignito dell'[[ordineOrdine di San Michele]].
 
Nel luglio dello stesso anno invia in Francia il proprio [[luogotenente]] mentre egli prende parte agli scontri contro l'[[Impero Ottomano]] affiancando le truppe veneziane. Combatte in [[Croazia]], [[Friuli]] e [[Veneto]], viene trasferito in [[Dalmazia]] al comando di 225 fanti. Richiamato in Friuli, viene nominato governatore generale. Rende possibile la ricostruzione delle mura di [[Udine]], rafforzando le difese in [[Monfalcone]] e [[Cividale]]. Quando l'avanzata dei turchi raggiunge [[Cattaro]] viene chiamato a Venezia per presiedere le difese della città, edificando un forte nel porto di [[Malamocco]]. La campagna veneziana termina raccogliendo 3000 fanti per la difesa di [[Cipro]], sempre contro gli Ottomani.
 
Nel [[1573]] abbandona le armi e rientra nei suoi possedimenti. Ma nell'agosto lo troviamo ad [[Urbino]] al fianco del duca [[Guidobaldo II della Rovere|Guidobaldo della Rovere]], intento a sedare i tumulti che scuotevano la città.
Nel settembre del 1573 s'imbarca per un lungo viaggio a capo di 2000 fanti dal porto di [[Ancona]]. Raggiunge la [[Candia]] divenendone governatore-plenipotenziario e sosta a [[Creta]]. Qui si impegna in una meticolosa opera di ispezione delle difese dell'isola migliorandone l'efficacia e costituendo una Milizia dei Cavalieri di Candia.
 
Nel giugno del [[1577]] rientra in Romagna, date le precarie condizioni di salute. Coltiva la passione della [[poesia]] ma a soli 38 anni nel maggio del [[1578]] trova la morte. Viene sepolto a [[Forlimpopoli]] nella Basilica di [[San Rufillo]], nel sarcofago monumentale fatto costruire dalla moglie, la Principessaprincipessa Battistina Savelli. Non lascia eredi.
La successione della famiglia è rappresentata dal figlio di Antonello I° Zampeschi:, Organtino Gamorano (o Gammarano).
 
A Brunoro Zampeschi il poeta [[Torquato Tasso]] dedicò un sonetto inserito nella sezione conclusiva della prima parte delle ''Rime''.
 
==Opere==
Nel giugno del [[1577]] rientra in Romagna date le precarie condizioni di salute. Coltiva la passione della [[poesia]] ma a soli 38 anni nel maggio del [[1578]] trova la morte. Viene sepolto a [[Forlimpopoli]] nella Basilica di [[San Rufillo]], nel sarcofago monumentale fatto costruire dalla moglie, la Principessa Battistina Savelli. Non lascia eredi.
* ''L'innamorato'', Bologna, 1565.
La successione della famiglia è rappresentata dal figlio di Antonello I° Zampeschi: Organtino Gamorano (o Gammarano).
 
[[en:Brunoro II Zempeschi]]