Giacinto Corio: differenze tra le versioni

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È importante sottolineare che, nonostante fosse innegabilmente un personaggio in vista, Corio non fece mai della sua notorietà uno strumento per ottenere onori o potere, appare anzi evidente che egli non ambiva alle cariche cui avrebbe facilmente potuto avere accesso (nel [[1855]] rifiutò la carica di sindaco di [[Livorno Vercellese]], pregando proprio [[Cavour]] di evitargli la nomina) anche se spesso era obbligato a ricoprire determinate posizioni, in qualità di persona di fiducia del conte. Dai rapporti epistolari con il conte di evidenzia la predilezione di Corio per il lavoro e l'impegno. Quando non era impegnato ad amministrare le proprietà di [[Cavour]], egli si dedicava alla scrittura di testi di agricoltura pratica o allo studio di nuovi attrezzi agricoli.
 
Riguardo laalla sua morte è dato conoscere solo la data, il [[22 marzo]] [[1870]]. Il luogo è incerto, ma con ogni probabilità avvenne a [[Livorno Vercellese]], dove abitualmente risiedeva oppure a [[Leri Cavour]], località vicina amministrata per conto di [[Cavour]].
 
Lasciò due figli, Carlo e Giovanni. Del secondo non viene più fatto cenno dalla dipartita del padre, mentre Carlo subentrò a Giacinto nella gestione di [[Leri]] fino al [[1873]], anno in cui lo cedette al figlio Camillo. Carlo Corio morì nel [[1880]]