Giorgio Pasquali: differenze tra le versioni

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==La biografia==
Studiò presso l'[[Università di Roma]], dove ebbe fra i suoi professori anche [[Girolamo Vitelli]] e dove si laureò in [[Letteratura|Lettere]] nel [[1907]] con una tesi su ''La commedia mitologica e i suoi precedenti nella letteratura greca''. Proseguì gli studi a [[Basilea]] e a [[Gottinga]] tra il [[1908]] e il [[1909]].
Diventò poi libero docente a [[Roma]] nel [[1910]], incaricato di [[Grammatica]] [[Lingua greca|greca]] e [[Lingua latina|latina]] a [[Messina]] tra il [[1911]] e il [[1912]], dunque a [[Gottinga]] dal [[1912]] al [[1915]], poi incaricato di [[Letteratura greca]] a [[Firenze]] dal [[1915]] al [[1920]].
Nel [[1924]] fu promosso professore ordinario di [[Letteratura greca]] sempre a [[Firenze]], assumendo in seguito la cattedra di [[Letteratura greca]] e [[Letteratura latina|latina]]. Nel [[1925]] fu tra i firmatari del [[Manifesto degli intellettuali antifascisti]], redatto da [[Benedetto Croce]].
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== Il contributo di Pasquali alla filologia del Novecento ==
L'opera di Pasquali è stata assai importante ai fini della ridefinizione degli ambiti e degli strumenti della [[filologia]]: con la fondamentale ''Storia della tradizione e critica del testo'' nel [[1934]] teorizzò una nuova forma di [[filologia]] che accoglieva i criteri meccanici propri del [[metodo di Lachmann]] recuperando tuttavia parte delle osservazioni di [[Joseph Bédier]], che miravano a dare maggiore peso alla storia della trasmissione manoscritta e alle fonti come oggetti individuali e storicamente definiti.
 
==Note==