Assedio di Gerusalemme (1187): differenze tra le versioni

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Alla fine di settembre, Baliano si fece accompagnare da un ambasciatore alla corte del [[sultano]], offrendo la resa che aveva inizialmente rifiutato. Saladino non accettò la proposta vedendo che, durante la loro conversazione, i suoi uomini avevano scalato le mura e piantato la bandiera. I crociati riuscirono a respingere ancora una volta l'attacco: Saladino accettò la resa ed i due si accordarono sul fatto che il comando sarebbe passato, pacificamente, al sultano. Quest'ultimo offrì un riscatto di venti [[bisante (moneta)|bisante]] per ogni uomo, dieci per le donne e cinque per i bambini, e quelli che non avrebbero pagato sarebbero diventati schiavi. Baliano tentò di opporsi sapendo che molti cittadini non avevano quei soldi e che la città straripava di rifugiati arrivati da ogni parte del Regno.
 
Dopo il ritorno a Gerusalemme, venne deciso che 7.000 abitanti (scelti tra i più poveri) sarebbero stati riscattati, prelevando il denaro direttamente dalle casse del tesoro che [[Enrico II d'Inghilterra]] aveva creato in città, custodito dai [[Cavalieri Ospitalieri]]. Questi soldi avrebbero dovuto essere usati da Enrico per un [[pellegrinaggio]] o per una crociata, come [[penitenza]] per l'omicidio di [[Thomas Becket]], ma il re non arrivò mai e il tesoro venne usato per pagare i mercenari durante la [[battaglia di Hattin]].
 
Baliano incontrò di nuovo Saladino e il sultano accettò di abbassare il riscatto a dieci [[bisante|bisanti]] per gli uomini, cinque per le donne ed uno per i bambini. Baliano si dimostrò ottimista ed allora il sultano fece una nuova proposta: 100.000 bisanti per tutti gli abitanti della città. Baliano credeva che fosse impossibile e Saladino promise di liberare 7.000 persone per non meno di 50.000 bisanti. Alla fine della trattativa l'accordo fu: 7.000 persone per 30.000 bisanti; due donne o dieci bambini sarebbero stati liberati al prezzo di un uomo.