Missi dominici: differenze tra le versioni

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In ogni località i missi dovevano tenere un'assemblea di tutti gli uomini liberi, nel corso della quale veniva solennemente giurata fedeltà all'imperatore, venivano pubblicati i [[capitolare|capitolari]] e venivano raccolte le lamentele sull'operato dei funzionari imperiali.
 
I missi, inoltre, presiedevano i [[processo|processi]] per i fatti piùmeno gravi; nominavano gli [[scabino|scabini]]; svolgevano indagini sulla riscossione delle imposte, sulla moneta falsa, sulla manutenzione delle strade, sulla conservazione delle proprietà imperiali e sulla gestione delle chiese; vigilavano sui funzionari imperiali (tra i quali erano ancora compresi i conti e i duchi) e li potevano revocare; vigilavano sul [[clero]] e sull'osservanza dei precetti religiosi (anche da parte dei laici); raccoglievano le suppliche delle vedove e degli orfani; potevano emanare ordini a privati, funzionari pubblici e al clero (compresi i vescovi) la cui inosservanza, in virtù del ''[[banno]]'' regio, comportava l'applicazione di sanzioni pecuniarie.
 
Istituiti in modo permanente con un capitolare di [[Carlo Magno]] del [[802]], ma già sporadicamente utilizzati dai suoi predecessori, i missi avevano lo scopo di assicurare un efficace controllo dell'autorità centrale su tutto l'impero; tuttavia, con la decadenza dell'impero, la loro azione si mostrò sempre meno efficace anche perché, a partire dal regno di [[Ludovico il Pio]], finirono per essere scelti nell'ambito della stessa circoscrizione in cui avrebbero dovuto svolgere le loro funzioni e questo li rese molti più vicini agli interessi della nobiltà locale che a quelli dell'autorità centrale. Sparirono definitivamente verso la fine del [[IX secolo]] in [[Francia]] e [[Germania]] e nel corso del [[X secolo]] in [[Italia]].