Chiesa di Santa Maria in Regola: differenze tra le versioni
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La '''chiesa di Santa Maria in Regola''', in via [[Cosimo Morelli]], è con tutta probabilità la più antica di [[Imola]] tra quelle tuttora esistenti. Dalla fondazione al 1796 è stata un'[[abbazia]].
==Storia dell'abbazia==
La prima fonte che cita il complesso religioso risale al [[16 settembre]] del [[998]]. Le indagini archeologiche e l'esame delle opere ancora presenti all'interno della chiesa (tra cui lo splendido altare maggiore) confermano l'ipotesi che l'edificio fu costruito al tempo dell'[[Esarcato di Ravenna]] (fine VI-metà VIII secolo). Dotata di un proprio cimitero e della facoltà di amministrare i sacramenti, in particolare l'unzione degli infermi, l'abbazia, i cui possedimenti urbani si concentravano nella parte orientale della [[via Emilia]], ebbe un ruolo di primo piano nella vita religiosa, politica e sociale della città. L'abbazia appartenne sin dalla fondazione all'[[Ordine dei Benedettini]].
Nella seconda metà dell'[[XI secolo]] vi furono rogate le concessioni del vescovo Morando con le quali egli cedeva alla cittadinanza i diritti di [[teloneum]] (dazio sulle merci in transito) e di [[publicum actum]] (esazione delle imposte dirette). Nel [[XIV secolo]], durante la reggenza di [[Uberto da Novara]] (1365-1405), l'antico edificio fu sostituito con un nuovo tempio di matrice gotica. A questo periodo sembrano risalire i frammenti pittorici rinvenuti nei muri perimetrali interni.
degli Olivetani, soppresso alla fine del Quattrocento e trasformato nel 1631 ad opera di▼
I monaci [[benedettini]] abbandonarono definitivamente la sede nel [[1444]]. Un centinaio di anni dopo chiesa e monastero furono ceduti ai monaci [[Olivetani]]. Sullo scorcio del Settecento, quando il monastero di Santa Maria in Regola era tra i maggiori proprietari terrieri della città, il cardinal Bandi si attivò per il completo rifacimento, che fu affidato al celebre architetto [[Cosimo Morelli]]. La prima pietra fu posta il [[6 aprile]] [[1780]], mentre la consacrazione, ad opera del cardinale [[Barnaba Chiaramonti]], si tenne sei anni più tardi.
Nel 1796-97 gli ordini monastici furono soppressi e i beni ecclesiastici furono confiscati dai francesi. L'abbazia fu convertita in parrocchia secolare <ref>La chiesa rimase - insieme a [[Duomo di Imola|San Cassiano]], [[Chiesa di Sant' Agata (Imola)|Sant'Agata]] e [[Chiesa di San Domenico (Imola)|San Domenico]] - una delle sole quattro parrocchie cittadine. </ref> e affidata ad un parroco <ref>Dell'ordine olivetano. L'ultimo parroco olivetano morì nel 1830.</ref>, mentre il chiostro fu adibito a caserma. Nel [[1815]] i religiosi ritornarono in possesso della sola chiesa. Il chiostro fu adibito a [[caserma]], funzione che esercita ancora oggi (vi ha sede una caserma dei Carabinieri).
==Struttura==
La facciata ad alta fronte barocca, con una decorazione di [[ordine dorico]], presenta all'interno una struttura ad aula quasi quadrata, coperta da una volta dipinta a cassettoni nella quale si finge prospetticamente un cupolino. Nella seconda cappella a sinistra figurano il sarcofago in marmo bianco di [[san Sigismondo]] del 1372 e una lapide in cui compare un pellegrino inginocchiato di fronte a [[san Sigismondo]]. Di particolare interesse è l'altare maggiore, caratterizzato da due plutei (balaustre) di foggia bizantina che riportano tre iscrizioni. In una di esse si legge il nome "Basilio" <ref>Non fu un vescovo di Imola; la sua identità è ancora incerta. Una leggenda narra di un [[drago]] che infestava le terre paludose circostanti Imola. Basilio ''episcopus'' avrebbe liberato la città dal mostro grazie alla [[reliquia]] del sacro [[Velo della Vergine]], che egli stesso avrebbe portato dall'Oriente.</ref>.
▲Attiguo alla chiesa vi è il chiostro dell'ex convento degli Olivetani, soppresso alla fine del Quattrocento e trasformato nel 1631 ad opera
A pochi metri dalla chiesa vi è il [[campanile]], eretto nel [[1180]]. Definito in un documento del [[1047]] ''torre longa'', esso presenta una forma tonda irregolare con monofore a tutto sesto che nel corso del XIII secolo sono state chiuse quando si è deciso di sopraelevare la struttura e costruire la nuova cella campanaria con bifore a sesto acuto. Il campanile è l'unica testimonianza esistente dell'antica abbazia che si è conservato nel suo aspetto originale fino ad oggi.
==Note==
<references/>
==Fonte==
*AA.VV., ''L'Abbazia benedettina di Santa Maria in Regola. Quindici secoli di storia imolese'', Imola, La Mandragora, 2010.
[[Categoria:Imola]]
[[Categoria:Chiese della provincia di Bologna]]
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