Paolo Tosio: differenze tra le versioni

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bio
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|Nome = Paolo
|Cognome = Tosio
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sorbara
|GiornoMeseNascita = 22 marzo
|AnnoNascita = 1775
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1842
|Epoca=1700
|Epoca2=1800
|Attività = nobile
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|Immagine =
}}
[[File:Sorbara di Asola-Panorama.jpg|thumb|left|Sorbara di Asola]]
== Biografia ==
Nelle campagne di [[Asola]], più precisamente a Sorbara, la maggiore delle possessioni della famiglia dei conti Tosio, il 22 marzo [[1775]] nasce Paolo, dal conte Ottaviano e Lucrezia [[Avogadro]].
Nel 1801 sposa Paolina dei marchesi Bergonzi di [[Parma]], con la quale tra il 1807 e il 1808, visita Firenze, Roma e Napoli. Il viaggio offre l’occasione a Paolo di approfondire i suoi interessi artistici: incontra [[Giuseppe Bezzuoli]] a Firenze e a Roma conosce il [[Canova]].
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L’aggiornamento su quanto poteva offrire il coevo mercato dell’arte assicurano al conte autentici capolavori: tra i dipinti antichi sono da ricordare: il Redentore di [[Raffaello]], il Presepio del [[Lotto]] e l’Annunciazione di [[Moretto]]. Altrettanto tempestivi risultano gli acquisti di opere contemporanee.
L’ambiente artistico milanese si riflette in modo puntuale nella collezione del conte:buona parte delle opere prima di essere collocate nel palazzo di Brescia passarono dalle esposizioni di Brera. Da rilevare il breve lasso di tempo che esiste tra l’affermazione di un artista e la commissione o l’acquisto di una sua opera da parte del Tosio. Nella raccolta bresciana si ritrovano, oltre ad alcuni importanti esponenti della stagione neoclassica (come Andrea Appiani e Gaspare Landi), i protagonisti della scena milanese contemporanea (come Francesco Hayez, Pelagio Palagi, Massimo D’Azeglio, Giovanni Migliara, Giuseppe Canella, gli sculori Pompeo Marchesi e Democrito Gandtolfi); si aggiungono opere di proveneienza romana (Francesco Podesti, François Marius Granet, gli scultori Antonio Canova e Berthel Thorvaldsen), fiorentina (Giuseppe Bezzuoli, lo scultore Lorenzo Bartolini) e veneziana (Giuseppe Borsato, Felice Schiavoni). Paolo Tosio muore nel [[1842]].
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