Mamiliano di Palermo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
DuranteNato probabilmente a [[Palermo]], ne divenne vescovo ma durante la persecuzione [[vandali]]ca che seguì il [[sacco di Roma]] (verso l'anno [[450]]), in seguito ad una persecuzione religiosa per opera degli [[Ariano|ariani]] (o di qualche vescovo ariano), fu mandato in esilio da [[Genserico]] in [[Africa]], a [[Cartagine]]. Ebbe parecchi compagni di esilio che vissero con lui la vita eremitica, tra cui la tradizione ricorda: SenzioSanta Ninfa (da lui battezzata, presbiteroche venne rinchiusa dal padre [[Aureliano]], Eustochio[[prefetto]] della città, Procolonella torre del [[Palazzo Reale]] che ancora oggi porta il suo nome) e tre suoi discepoli, [[San Eustozio]], [[San Proculo]] e [[San Golbodeo]], ai quali nella schiavitù africana si aggiunsero: Lustro, Vindemio, Teodosio, Aurelio, Rustico, detti tutti Monaci.<ref>Il martirologio dei Basiliani d'Italia e la ''Bibliotheca Sanctorum'' li vogliono appartenenti all'[[Monaci basiliani|Ordine di San Basilio]].</ref>
 
Di là riscattato o dalla pietà dei fedeli o da qualche vescovo africano ([[Paolino di Nola|san Paolino da Nola]]), si ritirò in [[Sardegna]] e poi in una delle Isoleisole dell'Arcipelagoarcipelago Toscanotoscano, oveprima sull'isola di Montegiove da San Mamiliano ribattezzata [[isola di Montecristo]], poi sull'[[isola del Giglio]] dove San Mamiliano morì. In queste isole visse una vita eremitica e dove pare abbia fondato parecchi monasteri, anche per monache eremite tra le quali si ricordano Ninfa e forse anche Oliva.
 
Nelle isole predette, come pure all'[[Argentario]] e all'[[isola d'Elba]], la tradizione riporta una serie di leggende agiografiche incerte che tramandano l'uccisione di un drago alato ed una colonna di fumo bianco alzata sull'isola di Montecristo a segnalare la morte del santo.
Morì nell'isola di Monte Giove (detta poi [[Montecristo]]), in un famoso monastero o abbazia.
 
=== Le spoglie ===
Originariamente le spoglie di Mamiliano furono conservate al Giglio e poi a Montecristo da un gruppo di monaci fino a quando le scorrerie musulmane costrinsero a portarle sulla penisola.
 
Nel [[1666]], per volere del [[papa]] [[Alessandro VII]], le principali reliquie furono traslate a Palermo, dove si trovano ancora, nella cappella delle reliquie della [[Cattedrale di Palermo|Cattedrale]]. Di fatto le reliquie del Santo si trovano oggi sparse tra Palermo, Roma, Pisa, l'Elba, [[Sovana]] (della quale Mamiliano è protettore) e all'isola del Giglio (il 15 settembre si venera il braccio del patrono che nel [[XVIII secolo]] salvò gli isolani dall'assalto dei Turchi).
 
== Il culto ==
Il culto del santo sacerdote, presentato come vescovo e martire da leggende assai posteriori, è intimamente connesso con la diffusione del Vangelo nell'Arcipelago toscano e nella bassa [[Maremma]].
 
È stato uno dei primi evangelizzatori della [[Toscana]] ed ancora oggi il suo culto è diffuso tra i marinai dell'[[Arcipelago Toscano]], specialmente all'[[Isola d'Elba|Elba]] ed al [[Giglio]], ove è festeggiato al [[15 settembre]]. È il patrono principale della diocesi di [[Pitigliano]] - [[Sovana]] - [[Orbetello]] ([[provincia di Grosseto|GR]]), le sue reliquie furono trasportate in tempi diversi a Sovana (nella Concattedrale), a [[Spoleto]], a [[Roma]] (in [[Chiesa di Santa Maria in Monticelli|S. Maria in Monticelli]]) e parte della testa, nel [[1658]], nella [[Cattedrale di Palermo]]. Oltre che in tutto l'arcipelago toscano, il Santo è venerato anche in Sardegna, a [[Sestu]] e [[Samassi]], e su tutta la costa e l'entroterra maremmano. In particolare in Sardegna il culto del santo conosciuto con il nome di "Santu Milianu" è presente sulla costa orientale nel territorio abbaziale del [[Girifai]] dove sono presenti una chiesa diroccata a [[Oliena]] ed un'altra a [[Nuoro]].
 
Nella [[Arcidiocesi di Palermo]] è celebrato al [[16 giugno]], data della 1^ Invenzione delle Reliquie a Sovana (per un errore del [[Antonio Mongitore|Mongitore]]). Dal [[1976]] è il patrono secondario dell'[[Arcidiocesi di Palermo]], dopo essere stato celebrato come patrono principale dal [[1625]] circa.
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== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
* P. Michele Marinelli R.C.J., ''San Mamiliano Monaco Vescovo di Palermo'', Roma, Pontificia Universitas Lateranensis.
* Ugo Russo, ''San Mamiliano Vescovo e Martire del V secolo, Evangelizzatore della Toscana'', supporto CD, Palermo, 2002
* Archivio biografico del comune de Palermo
 
== Collegamenti esterni ==