Ecce Homo (Caravaggio): differenze tra le versioni

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Secondo Giambattista Cardi, il nipote dell'artista fiorentino [[Cigoli]], il cardinale [[Massimo]] Massimi commissionò alcuni dipinti col soggetto dell'''Ecce Homo'' a tre artisti, Cigoli, Caravaggio e [[Domenico Passignano]]. Cardi afferma che tra le opere eseguite, il cardinale apprezzò maggiormente quella eseguita da Cigoli.
 
L'opera è tratta dal [[Vangelo di Giovanni]] {{passo biblico|Gv|19, 5}}: [[Ponzio Pilato]] mostra [[Gesù|Cristo]] al popolo con le parole, ''Ecce Homo!'' ("Ecco l'uomo" - l'uomo che volete crocifiggere). Caravaggio ha combinato la presentazione di Cristo da parte di Pilato con il momento di poco precedente in cui Cristo, coronato di spine, è vestito in modo derisorio da re dai suoi aguzzini. Massimi possedeva anche una ''Coronazione di spine'' di Caravaggio, (identificata con l'<nowiki/>''[[Incoronazione di spine (Caravaggio Prato)|Incoronazione di spine]]'' di [[Prato]]) che faceva probabilmente da ''pendant'' a quest'opera.
 
L’autografia dell’opera in esame è a tutt’oggi tra le più discusse tra le grandi opere del Caravaggio. La più antica citazione di un “Ecce Homo” del Merisi è contenuta nella biografia del Cigoli redatta nel 1628 dal nipote del pittore Giambattista Cardi, dal quale apprendiamo che:
 
 
” Volendo Monsignor Massimi un Ecce Homo che gli soddisfacesse ne commesse uno al Passignano, uno al Caravaggio et uno al Cigoli senza che l’uno sapesse dell’altro; i quali tutti tirati al fine e messi a paragone… (quello del Cigoli)… piacque più degli altri e perciò tenutolo appresso di se Monsignore mentre stette in Roma fu di poi portato a Firenze e venduto al Severi…”
 
 
G.P. Bellori nel 1672 riferisce che:
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Per quanto riguarda l'iconografia nel 1954 Roberto Longhi scorge nell'opera il riflesso compositivo di un quadro di Tiziano conservato al monastero dell'Escorial a Madrid e il rapporto con sue opere della piena attività romana. Nel 1973 Maurizio Marini osserva come il precedente più diretto per Pilato sia individuabile nel ritratto di Andrea Doria di Sebastiano del Piombo attualmente esposto presso il Palazzo del Principe a Genova, che presenta analoghe impostazione cronologica e impostazione cromatica. Secondo il critico è probabile che Caravaggio abbia visto il quadro di Sebastiano a Genova, presso Marcantonio Doria, durante la sua sosta del 1605. Il carceriere alle spalle del Cristo appare stranamente premuroso nel togliere delicatamente il mantello dalle sue spalle, ma probabilmente lo sta invece rimettendo su di queste, accigendosi a portarlo via dopo che questi è stato mostrato alla folla. Circa Pilato non vi è nessuna ambiguità: egli è cinico, e non vede l'ora di liberarsi del problema creatogli da Cristo. La Gregori sempre nel 1985 sottolinea che il gesto con cui Pilato mostra Gesù alla folla e quindi allo spettatore corrisponde alla finalità della pittura sacra del periodo della Controriforma.
 
L'opera è tratta dal [[Vangelo di Giovanni]] {{passo biblico|Gv|19, 5}}: [[Ponzio Pilato]] mostra [[Gesù|Cristo]] al popolo con le parole, ''Ecce Homo!'' ("Ecco l'uomo" - l'uomo che volete crocifiggere). Caravaggio ha combinato la presentazione di Cristo da parte di Pilato con il momento di poco precedente in cui Cristo, coronato di spine, è vestito in modo derisorio da re dai suoi aguzzini. Massimi possedeva anche una ''Coronazione di spine'' di Caravaggio, (identificata con l'<nowiki/>''[[Incoronazione di spine (Caravaggio Prato)|Incoronazione di spine]]'' di [[Prato]]) che faceva probabilmente da ''pendant'' a quest'opera.
 
Restauri e stato attuale
 
Un attento restauro eseguito a Roma nel 1954 da Pico Cellini ha ottenuto il risultato fondamentale del pieno recupero e della leggibilità dell'autografia, intervenendo anche sui "danni" di un complicato "restauro" subito nel corso del settecento che con l'andare del tempo, a causa del rattrappimento del colore e lo squamamento degli impasti stava causando caduta del colore essicato. Il suo attuale stato di conservazione si può comunque definire discreto. Analisi radiografiche hanno reso percepibili alcuni "pentimenti" come le mani di Pilato, la testa di Cristo, le sue spalle, le braccia, le mani e il perizoma.
 
 
 
 
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