Dendrocronologia: differenze tra le versioni

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Per le applicazioni climatiche ([[dendroclimatologia]]), ovvero la ricostruzione della temperatura nei secoli passati, tale metodo è applicabile a ritroso fino a circa 1000 anni dall'attuale visti i limiti intrinseci sull'età delle piante utilizzate (oltre tale range questi studi sono sostituiti da studi di ricostruzione basati sull'analisi dei sedimenti geologici). Alcuni dubbi sussistono sul metodo stesso di ricostruzione basato sul presunto rapporto lineare di causa-effetto tra temperatura e anelli di accrescimento vista la presenza di numerose altre variabili fisico-biologiche che influenzano la crescita di una pianta e che renderebbero il suddetto rapporto strettamente di tipo non-lineare. Anche la [[sensibilità]] di tali studi potrebbe essere maggiore delle variazioni rilevate.
 
Altra applicazione importante della dendrocronologia in ambito archeologico consiste nella possibilità di calibrare le datazioni ottenute col [[radiocarbonio]], permettendo la correzione degli errori legati alla variazione di concentrazione del [[Carbonio-14|Carbonio 14]] nell'atmosfera, che non è stata costante, in quanto dipende dall'[[Ciclo undecennale dell'attività solare|attività solare]] che varia nel tempo. Gli anelli di accrescimento degli alberi, poiché lo hanno assorbito durante il processo di fotosintesi, ne conservano traccia e permettono di risalire alle variazioni nella concentrazione atmosferica del radiocarbonio nel passato. Per questo le curve ottenute con questa metodologia permettono di calibrare le datazioni ottenute col [[metodo del carbonio-14|metodo del radiocarbonio]]. <ref>Eckstein, D., 2001, Manuale di dendrocronologia per archeologi, Osiride, Rovereto (Tn)</ref>
 
== Note ==