Sibille e angeli: differenze tra le versioni

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L'affresco si trova sopra l'arco nella parete di fondo della cappella, la prima a destra. Lo sfondo scuro descrive sinteticamente l'impaginazione spaziale di una stanza aperta come a sfondare illusionisticamente la parete. Al centro un putto, con una gamba poggiata su un ipotetico blocco marmoreo sulla [[chiave d'arco]], regge la fiaccola che simboleggia l'illuminazione profetica. A sinistra si vede la [[Sibilla Cumana]], che solleva la mano verso un angelo in volo, dove si legge in caratteri greci: "La resurrezione dei morti". Seguono un putto con la legenda "Verrà alla luce", e la [[Sibilla Persica]], che sta scrivendo su una tavella retta da un angelo che indica il cielo: "Egli avrà il destino della morte"<ref name=D110/>.
 
A destra un agelo indica alla [[Sibilla Libica]] (o [[Sibilla Frigia|Frigia]]) una tavola con scritto "Il cielo circonda il vaso della terra" (allusione a Maria); segnuono un putto appoggiato a una lapide, l'unica in latino, con su scritto "Iam no[va] proge[nies]", e la [[Sibilla Tiburtina|Tiburtina]] sulla quale vola un angelo, che srotola un [[cartiglio]] con scritto: "Io aprirò e resusciterò". L'identificazione delle singole sibille non è sicura: alcuni indicano l'ultima a destra, la più vecchia, come la Cumana, la penultima come la Tiburtina, ecc<ref name=D110/>.
 
Tutte le figure risentono dell'influenza dei ''[[Veggenti]]'' e di [[Michelangelo]] sulla [[volta della Cappella Sistina]], dominate da torsioni del corpo, nonché delle [[lunette della Cappella Sistina|lunette con gli ''Antenati di Cristo'']], per la varietà delle pose. La scena richiama anche l'affresco simile delle ''[[Virtù e la Legge]]'', nella [[Stanza della Segnatura]]. Rispetto questo precedente però la composizione è più complessa, snodandosi in un continuio richiamo di gesti e sguardi, come un festone. Gli spunti michelangioleschi sono rielaborati con maggiore libertà rispetto all<nowiki>'</nowiki>''[[Isaia (Raffaello)|Isaia]]'' di [[chiesa di Sant'Agostino (Roma)|Sant'Agostino]], con l'isolamento e l'opposizione michelangioleschi rielaborati ormai in un movimento fluente e continuo che annulla l'isolamento e accentua le simmetrie, evitando però qualsiasi schematismo<ref name=D110/>.
 
Nei due settori del lunettone soprastante, intervallati da una finestra centinata, si trovano i ''Profeti e angeli'': a sinistra ''Abacuc'' e ''Giova'', a destra ''Davide'' e ''Daniele''. Anche questi due affreschi sionosono attribuiti al Sanzio nella ''[[Vite (Vasari)|Vita]]'' scritta da [[Vasari]], ma contraddicendosi, poiché sono poi assegnati a [[Timoteo Viti]] nella biografia di quest'ultimo. Oggi sono in genere riferite ad altri aiuti, poiché lo stile del Viti è più attardato<ref name=D110/>.
 
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