BMC Ado 16: differenze tra le versioni

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==Lo sviluppo==
Alla fine degli [[anni 1950|anni cinquanta]], portato a termine il progetto [[BMC Mini|Mini]] la BMC aveva l'esigenza di pensare ad un modello che, riprendendone i concetti fondamentali ([[trazione anteriore]], [[Motore a combustione interna|motore]] trasversale, [[cambio (meccanica)|cambio]] montato sotto il motore), si ponesse un gradino sopra come dimensioni, abitabilità e [[cilindrata]].
 
[[Alec Issigonis]], incaricato del progetto, tuttavia non s'accontentò di realizzare una copia in scala maggiore della ''Mini'', e volle dare alla nuova media BMC una personalità propria. Il colpo di genio furono le [[Sospensione (meccanica)|sospensioni]] a ruote indipendenti a bracci triangolari con sistema ''Hyrdrolastic''.
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Anche la versione con motore ridotto a 998cc per [[Danimarca]], [[Grecia]] e [[Portogallo]] veniva assemblata dall'Authi.
 
Dal [[1971]] al [[1978]], sulla meccanica della "Ado 16", venne realizzato il nuovo modello a [[Berlina#Berlina 3 volumi|tre volumi]] [[Austin Apache]], disegnato da [[Giovanni Michelotti (designer)|Giovanni Michelotti]] e prodotto in [[Sud Africa]]. La produzione della versione con guida a sinistra iniziò nel [[1972]] a Pamplona e fu commercializzata come [[Austin Apache|Austin Victoria]], così denominata in ricordo della [[Vittoria Eugenia di Battenberg|regina di Spagna]], scomparsa pochi anni prima.
 
==Le Ado 16 "italiane"==