Consonanza e dissonanza: differenze tra le versioni

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Una trattazione sperimentale sistematica dei fenomeni che stiamo considerando è dovuta a [[Hermann von Helmholtz|von Helmholtz]].
Egli cominciò a considerare l'effetto di due [[suono puro|suoni puri]], cioè di frequenze ben precise che non danno origine a [[ipertonoipertoni (musica)|ipertoni]]. L'esperimento base di Helmholtz consisteva nell'emettere due suoni puri simultaneamente, di altezza inizialmente uguale, e poi, tenendo fissa la frequenza di uno di essi, far variare l'altra all'interno di un piccolo intervallo simmetrico su [[scala logaritmica]] rispetto alla frequenza di partenza. Si poteva così notare che i due suoni, per differenze di frequenza molto piccole, producono una consonanza, mentre man mano che la differenza cresce il suono risultante acquista un colore sempre più aspro fino a un certo limite, per poi tornare ad essere gradualmente sempre più consonante. L'ampiezza dell'intervallo tra la frequenza di partenza e la fine della zona dissonante era, nella zona di frequenze corrispondente alla parte centrale della tastiera di un [[pianoforte]], leggermente più piccola di una terza minore [[temperamento equabile|temperata]].
 
Helmholtz interpretò questi dati immaginando che responsabili della dissonanza fossero i [[battimenti (musica)|battimenti]]. Poiché essi sono molto lenti quando le frequenze sono molto simili, inizialmente si ha una sensazione generale di consonanza. La massima dissonanza corrisponde alla zona in cui si producono circa 30 battimenti al secondo, mentre per differenze di frequenza ancora superiori i battimenti diventano così rapidi da non essere percettibili, e il loro contributo alla sensazione di dissonanza diminuisce.