Serrata del Maggior Consiglio: differenze tra le versioni

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L'assemblea, per ovvie ragioni, presentava un tratto molto più marcatamente patrizio rispetto all'assemblea popolare e in breve nel corpo della nobiltà si formarono due partiti: uno popolare, favorevole al mantenimento dello ''[[status quo]]'', ed uno aristocratico, intenzionato ad escludere l'accesso di nuove famiglie al potere.</br>
La volontà delle famiglie aristocratiche, di assicurarsi con maggiore stabilità e continuità la partecipazione al governo della Repubblica, era divenuta nel tempo sempre più forte.
 
Il [[5 ottobre]] [[1286]], doge [[Giovanni Dandolo]], il partito aristocratico aveva proposto una legge per riformare l'elezione del Maggior Consiglio e circoscrivere alle famiglie che già detenevano il potere l'accesso all'assemblea: si chiedeva di sottoporre all'approvazione del Doge, del Minor Consiglio e della QuarantiaQuarantìa, l'elezione di nuovi membri che non vantassero ascendenti paterni tra i membri del Maggior Consiglio. La proposta era stata clamorosamente respinta.
Il [[17 ottobre]] si era quindi avanzata una soluzione meno radicale, chiedendo che l'elezione dei nuovi membri fosse sottoposta all'approvazione della maggioranza uscente, ma nemmeno questa aveva trovato accoglimento.