Francesco Saverio de Mérode: differenze tra le versioni

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Le delusioni politiche non impedirono comunque al de Merode di perseguire il proprio progetto di ''"hausmaniser Rome"'', progetto al quale si dedicò anzi totalmente, una volta libero dagli incarichi politici<ref>Incarichi che del resto il monsignore belga aveva sempre saldamente connesso alla intraprendente gestione dei propri affari economici: {{quote|''Ad imitazione del primo ministro [Antonelli] egli conformava le alte vedute di stato alla manìa d'arricchire. In mezzo alle assorbenti sue cure avea tratto a se la fornitura generale di tutte le carceri e delie darsene e tante innovazioni v'introdusse che parea dovessero per la prima volta essere fondate.''|op. cit., p. 61}}.</ref>.
 
Le sue principali operazioni immobiliari furono condotte nell'area tra le [[Terme di Diocleziano]] e la vallata di [[Basilica di San Vitale (Roma)|San Vitale]]. Alle Terme di Diocleziano il cardinale ottenne - ancora regnante Pio IX - di far attestare la nuova stazione centrale di Roma (aperta nel [[1863]]) e acquistò Villa Strozzi, sui cui terreni sorse poi il [[Teatro Costanzi|Teatro dell'Opera]]. Lungo la valle di San Vitale fu tracciato il collegamento tra la stazione ferroviaria e il centro direzionale dell'epoca ([[via del Corso (Roma)|via del Corso]]). Le prime strade urbanizzate in questa zona furono Via Torino, Via Firenze, Via Napoli e Via Modena, e per quest'area il nuovo Comune di Roma fece propria, nel marzo 1871, la convenzione edilizia già stipulata con il De Merode. L'urbanizzazione di questa zona fu quindi l'oggetto della prima convenzione urbanistica approvata a Roma dal nuovo Stato sabaudo. L'arteria (oggi [[Via Nazionale (Roma)|via Nazionale]]), fino all'altezza di via dei Serpenti sulla sinistra e di via della Consulta sulla destra, si chiamò per i primi anni, appunto, '''via de Merode''', come tutto il quartiere intensivo costruito attorno.
 
L'altra importante operazione immobiliare del cardinale fu ai Prati di Castello, di fronte al [[Porto di Ripetta]], dove de Merode, in società con altri, acquistò nel 1870 Villa Altoviti e altri terreni. La convenzione relativa a questa urbanizzazione fu firmata nel [[1873]]. Per favorire il popolamento del quartiere la società fece anche costruire a proprie spese un nuovo ponte di ferro, che avrebbe dovuto essere provvisorio ma che durò fino al [[1901]], quando fu aperto [[Ponte Cavour]].