Prima Repubblica (Portogallo): differenze tra le versioni

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Il vuoto di potere lasciato dall'assassinio di Sidonio Pais il [[14 dicembre]] [[1918]] portò il paese ad una breve [[guerra civile]]: venne restaurata la monarchia nel nord del Portogallo, il [[19 gennaio]] [[1919]] e, quattro giorni dopo, una insurrezione monarchica scoppiò a [[Lisbona]]. Una coalizione di governo repubblicana, guidata da [[José Relvas]], coordinò la lotta contro i monarchici delle unità dell'esercito lealista e civili armati. Dopo una serie di scontri, i monarchici furono definitivamente cacciati da [[Porto]] il [[13 febbraio]]. Questa vittoria militare permise al Partito repubblicano di tornare al governo e di uscire trionfante dalle elezioni svoltesi in quello stesso anno, dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta.
 
Fu durante questo restauro della ''"vecchia" Repubblica'' che venne effettuato un tentativo di riforma al fine di fornire maggiore stabilità al governo. Nel mese di agosto 1919 fu eletto un presidente conservatore - [[António José de Almeida]] (il cui partito evoluzionista si era fuso in tempo di guerra con il PRP per formare la Sacra Unione) - con il potere di sciogliere il Parlamento. Le relazioni con la [[Santa Sede]], restaurate da Sidonio Pais, furono conservate. Il Presidente usò il suo nuovo potere per risolvere la crisi di governo nel maggio [[1921]], nominando un governo appoggiato dal Partido Liberal (il partito liberale, risultato della fusione del dopoguerra di evoluzionisti e unionisti) per giungere alle successive elezioni. Queste si svolsero il [[10 luglio]] 1921 con la vittoria del partito al potere. Tuttavia, il governo liberale non durò a lungo. Il [[19 ottobre]] ci fu un ''pronunciamento militare'' in seguito al quale - ed apparentemente contro la volontà dei leader del golpe - un numero di importanti figure dei conservatori, tra cui il primo ministro [[António Granjo]], furono assassinati. Questo evento, noto come la "notte di sangue" lasciò una ferita profonda tra le élite politiche e nell'opinione pubblica. Non poteva esserci dimostrazione più grande della fragilità intrinseca delle istituzioni della Repubblica e la prova che il regime fosse solo nominalmente democratico, perchèperché privo della possibilità dell'alternanza tipico dei regimi elitari del [[XIX secolo]].
 
Una nuova tornata di elezioni il [[29 gennaio]] [[1922]] inaugurò un nuovo periodo di stabilità, dato che il partito repubblicano, ancora una volta ne emerse con la maggioranza assoluta. Lo scontento per il protrarsi di questa situazione non era tuttavia, scomparso. Numerose accuse di corruzione, ed il fallimento manifesto delle ricette per risolvere i pressanti problemi sociali, azzerarono il consenso nei confronti dei leader repubblicani. Allo stesso tempo, del resto, tutti i partiti politici soffrirono di una crescita al loro interno della fazione di lotta, specialmente gli stessi repubblicani. Il sistema dei partiti era fratturato e screditato come dimostra l'impossibilità di un governo stabile nonostante le puntuali vittorie repubblicane alle elezioni. Tra il 1910 e il 1926 ci furono quarantacinque governi. L'avversione dei presidenti per i governi a partito unico, il dissenso interno ai repubblicani, disciplina quasi inesistente interna del partito, e il suo costante ed irrazionale desiderio di raggruppare e condurre tutte le forze repubblicane rese il compito di governare praticamente impossibile.