Filosofia cristiana: differenze tra le versioni

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Del resto, la comparsa in Grecia della filosofia come autonoma riflessione, che pure aveva comportato una crescente differenziazione con le [[religioni]] [[exoterismo|exoteriche]] da cui tendeva a rendersi indipendente, portò a un tentativo di analizzarne i contenuti da un punto di vista più nascosto e approfondito, accostandosi cioè ad una religiosità di tipo [[esoterismo|esoterico]]. Ciò si può notare dal fatto che i primi concetti filosofici, quali l<nowiki>'</nowiki>''[[archè]]'' o il ''[[logos]]'', erano ricavati dai miti delle antiche [[cosmogonie]] religiose; in questi casi la filosofia aveva assunto l'aspetto di pensiero critico che indaga l'aspetto esteriore del divino portandolo ad un livello più introspettivo e razionale. Accanto alla religiosità di tipo tradizionale se ne era così aggiunta una più sotterranea che si esprimeva soprattutto nelle forme dei [[misteri orfici]] ed [[misteri eleusini|eleusini]].<ref>Cfr.: [[Ugo Bianchi|U. Bianchi]], A. Motte e AA.VV., ''Trattato di antropologia del sacro'', Jaca Book, Milano 1992, ISBN 978-88-16-40298-0</ref> In altri termini si era posta l'esigenza di ripensare il rapporto col divino e di affrontare le questioni proprie dell'[[etica]], oppure il modo in cui l'uomo conduce la sua esistenza e le sue relazioni con la ''[[polis]]'' ricorrendo a strumenti razionali e speculativi, attraverso però un approccio riservato a pochi [[iniziazione|iniziati]] per via del carattere [[sacro]] attribuito alle nuove dottrine.<ref>Cfr. ad esempio: Vincenzo Capparelli, ''La sapienza di [[Pitagora]]'', edizioni Mediterranee, Roma 2003 ISBN 88-272-0587-X</ref>
 
Con [[Socrate]], [[Platone]] e [[Aristotele]] il campo di indagine della filosofia si estese al di là delle questioni [[naturalismo (filosofia)|naturalistiche]] sollevate dai primi pensatori, fino a confondersi di fatto con la teologia, mantenendo intatta l'esigenza di attenersi a un modello di intrinseca [[razionalità]], anche se non esplicitamente citata. Nell<nowiki>'</nowiki>''[[Eutifrone]]'' di [[Platone]], ad esempio, Socrate chiede ad Eutifrone «cosa sia santo e quando un'azione possa dirsi santa»: Eutifrone risponde che santo è ciò che caro agli dei. Socrate incalza facendo notare che agli dei sono care qualità diverse e contrarie, fino a porre la domanda decisiva: «il santo è tale perché caro agli dei, o è caro agli dei perché santo?». Nel primo caso gli dei sono arbitrari, nel secondo caso sono legati alla verità e al bene. Qui Platone esce dalla religione exoterica dei miti popolari e si riallaccia all'''[[arché]]'' dei [[scuola pitagorica|pitagorici]] e al ''[[Nous]]'' di [[Anassagora]]. Già l'[[Antico Testamento]] aveva mostrato un'analoga esigenza di razionalità facendo dello Jahvismo la religione dei Padri, il cui Dio è svincolato dallo spazio e dal tempo: religione che obbedisce ad un canone implicito di coerenza logica, essendo Dio semplicemente “Colui che è”.
 
Uno stretto legame con la teologia venne mantenuto in epoca ellenistica, in particolare dallo [[stoicismo]]. Sarà quindi con l'avvento del [[Cristianesimo]] che sorse l'esigenza di conciliare filosofia e religione all'interno di un pensiero che aiuti lo spirito dell'uomo ad elevarsi, fino a trasformarsi in una sorta di [[misticismo]]. L'espressione pagana di questo nuovo sentire filosofico religioso fu il [[neoplatonismo]] di [[Plotino]], che rappresentava anche una via [[ascesi|ascetica]] verso l'[[Uno (filosofia)|Uno]].