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La prima fase del sistema, nella mente dei suoi promulgatori, doveva operare indipendentemente dai trattati internazionali sul clima come la precedente [[Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici]] (UNFCCC, 1992), o il [[Protocollo di Kyoto]] stabilito sulla base di quest'ultima: quando nel [[16 febbraio]] [[2005]] il Protocollo di Kyoto entrò in vigore, la prima fase del sistema di scambio europeo era già operativa. Successivamente, la [[UE]] accettò di integrare i meccanismi flessibili del Protocollo all'interno del proprio sistema: la "direttiva di collegamento" permette agli operatori di utilizzare un certo ammontare dei certificati emessi sotto i meccanismi flessibili di Kyoto per coprire le proprie emissioni.
I meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto sono:
* [[Implementazione congiunta]] di progetti definiti dall'articolo 6 del Protocollo, che assegnano un determinato ammontare di [[unità di riduzione delle emissioni]]. Ogni unità rappresenta una riduzione delle emissioni pari ad una [[tonnellata equivalente di anidride carbonica]].
* Il [[meccanismo di sviluppo pulito]] stabilito dall'articolo 12, che assegna un determinato ammontare di [[riduzioni di emissioni certificate]]. Ogni unità rappresenta una riduzione delle emissioni pari ad una [[tonnellata equivalente di anidride carbonica]].
* Il [[commercio internazionale delle emissioni]] stabilito dall'articolo 17.
IET is relevant as the reductions achieved through CDM projects are a compliance tool for EU ETS operators. These Certified Emission Reductions (CERs) can be obtained by implementing emission reduction projects in developing countries, outside the EU, that have ratified (or acceded to) the Kyoto Protocol. The implementation of Clean Development Projects is largely specified by the [[Marrakech Accords]], a follow-on set of agreements by the Conference of the Parties to the [[Kyoto Protocol]].
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