André-Marie Ampère: differenze tra le versioni

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Ampère nacque a [[Poleymieux-au-Mont-d'Or]], vicino a [[Lione]], e si appassionò al piacere del conseguimento della conoscenza fin dalla sua infanzia. Si narra che abbia risolto lunghe somme aritmetiche usando sassolini e briciole di biscotti, prima ancora di apprendere i numeri. Suo padre gli insegnò il [[Lingua latina|latino]], ma smise scoprendo la maggior inclinazione e attitudine del figlio nei confronti della matematica. Il giovane Ampère, comunque, riprese presto le sue lezioni di latino, che lo resero in grado di padroneggiare i lavori di [[Leonhard Euler|Eulero]] e [[Daniel Bernoulli|Bernoulli]]. Nella vecchiaia era solito dire che a diciott'anni sapeva di matematica come mai più nella sua vita; ma le sue letture abbracciavano quasi tutto il sapere: [[storia]], viaggi, [[poesia]], [[filosofia]], e [[scienze naturali]].
 
Quando a Lione venne catturatacatturato dall'esercito della Convenzione, nel [[1793]], il padre di Ampère, che, reggendo l'incarico di giudice di pace, aveva preso una ferma posizione contro i precedenti eccessi rivoluzionari, venne all'improvviso gettato in prigione e poco dopo perìmandato sulal patibolo. Questo avvenimento produsse una profonda impressione nell'animo sensibile di AndreAndré-Marie, che per più di un anno affondò nell'[[apatia]]. Successivamente il suo interesse venne risvegliato da alcune lettere sulla [[botanica]] che si trovò tra le mani, e dalla botanica si rivolse allo studio dei poeti classici, scrivendo egli stesso dei versi, dimostrando un'altra volta la sua ecletticità.
 
Nel [[1796]] incontrò Julie Carron, e tra i due si sprigionò dell'affetto, il cui progresso venne registrato in modo ingenuo in un diario (Amorum). Nel [[1799]] si sposarono. A partire dal 1796 Ampère dava lezioni private a Lione in [[matematica]], [[chimica]] e lingue; e nel [[1801]] si spostò a Bourg, come professore di [[fisica]] e [[chimica]], lasciando la sua moglie inferma e il figlio piccolo ([[Jean-Jacques Ampère]]) a Lione. La moglie morì nel [[1804]], ed egli non si riprese mai dal duro colpo. Nello stesso anno venne nominato professore di [[matematica]] al ''[[liceo|lycée]]'' di Lione.
 
Il suo piccolo trattato ''Considerations sur la theorie mathématique du jeu'', che dimostrava che le possibilità di vincita sono a sfavore dello scommettitore abituale, pubblicato nel [[1802]], lo portò all'attenzione di [[Jean Baptiste Joseph Delambre]], le cui raccomandazioni gli fecero ottenere la nomina a Lione e in seguito ([[1804]]) una posizione subordinata alla Scuola Politecnica di Parigi, dove venne eletto professore di matematica nel [[1809]]. Qui continuò a portare avanti le sue ricerche scientifiche e i suoi molteplici studi, con una diligenza invariata. Venne ammesso come membro dell'Istituto nel [[1814]].