Pozzuolo del Friuli: differenze tra le versioni

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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Chiese ===
* Chiesa di Sant'Andrea apostolo, è una [[chiesa (architettura)|chiesa]] parrocchiale sita nel centro abitato di Pozzuolo del Friuli, in via Mortegliano. Progettata nel [[1853]] dall'architetto udinese [[Andrea Scala]], fu costruita nel luogo della preesistente chiesa ed aperta al culto nel [[1892]]. Si presenta come una vasta costruzione in stile neoclassico con sasso e mattone a vista e pianta a croce greca. Della chiesa preesistente risulta ancora integro il coro, che ora funge da atrio, dove sono visibili gli affreschi condotti da [[Martino Fischer]] tra il 1709 ed il 1711, raffiguranti la ''Trinità'', gli ''Evangelisti'', tre ''profeti'' e due ''Dottori della Chiesa''. Proveniente dalla precedente chiesa è anche l'altare maggiore, che fu iniziato nel [[1717]] da [[Antonio Gratij]]. Annesso all'edificio è il [[campanile]] della chiesa di Sant'Andrea apostolo.
* ''Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo'' in Pozzuolo
* ''Oratorio di Santa Croce'' presso la fondazione Sabbatini
* ''Oratorio di Santa Vittoria'' presso la casa dei Nobili Masotti
* ''Chiesetta campestre della Santissima Trinità in Ferraria''
* ''Oratorio della Beata Vergine della Salute''
* ''Sacello di Sant'Antonio di Padova''
* ''Chiesetta di San Martino al cimitero''
 
* Il ''Tempio Nazionale "Madonna del Conforto"'' in Cargnacco più noto come [[Tempio di Cargnacco]], è un'opera monumentale voluta da [[Don Carlo Caneva]] già cappellano militare e reduce di Russia e dal Senatore [[Amor Tartufoli]] per ricordare i caduti e i dispersi di quella tragica campagna. Il progetto è dell'architetto [[Giacomo Della Mea]] anch'egli reduce di Russia.L'esterno del Tempio assume un forte carattere monumentale pur nell'utilizzo preponderante di un materiale "povero" come il mattone e raggiunge esiti di notevole suggestione nella composizione dei volumi. In particolare la tripartizione della facciata in una parte centrale di forte carattere e in due volumi a destra e sinistra arretrati ha la funzione di legarla ai fianchi laterali in uno svolgimento continuo che fa correre lo sguardo ad abbracciare l'intera dimensione dell'edificio. L'interno con il sistema delle volte a botte trasversali in serie che costituisce la copertura e che permette l'ingresso della luce dall'alto dei fianchi laterali, ricorda un'analoga soluzione realizzata dall'architetto [[Giovanni Muzio]] nella chiesa di Sant'Ambrogio a Cremona. Elemento conclusivo dello spazio interno è la cripta sotto l'abside, visibile anche dall'alto attraverso la grande apertura circolare a pavimento subito dietro l' altare maggiore. Tale continuità degli spazi toglie a chi si trovi nel piano sottostante della cripta l'impressione di trovarsi in un luogo separato dal resto della chiesa. Al centro della cripta è posizionata l'arca sepolcrale del milite ignoto. L'interno del tempio presenta numerose opere d'arte eseguite da artisti friulani quali: le monumentali ceramiche di [[Ugo Galliussi]], [[Andrea Pavon]] e [[Enore Pezzetta]] presenti sulle pareti laterali raffiguranti i momenti salienti delle battaglie, della ritirata e della prigionia nei campi di concentramento russi, le sculture di [[Giulio e Max Piccini]]: Madonna del Conforto in marmo bianco ( scolpita dallo scultore [[Giovanni Patat d'Artegna]] su disegno di [[Max Piccini]]), Sant'Antonio da Padova in bronzo e la Via Crucis in terracotta, i mosaici realizzati dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo su cartoni di [[Fred Pittino]] raffiguranti al centro dell'abside la Pietà e sulle pareti laterali del presbiterio a lato dell'altare maggiore episodi della ritirata, della prigionia e del ritorno alle famiglie dei sopravvissuti, le vetrate di [[Arrigo Poz]] e [[Sandro Riccardi di Netro]] narranti la tragica ritirata della Divisione Celere e scene di vita nei campi di concentramento, l’affresco di Ugo Galliussi che raffigura il sacrificio di [[Don Mazzoni]], l'altare maggiore in marmo bianco di Vicenza su disegno di Giacomo Della Mea con formelle in bronzo di Giulio e Max Piccini raffiguranti i simboli degli Evangelisti.
 
* ''Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta'' in Carpeneto
* ''Chiesa di San Michele'' al cimitero in Carpeneto
* Chiesa di San Leonardo, è una chiesa parrocchiale che si affaccia su piazza 24 Maggio, nel centro abitato di Sammardenchia. Costruita sul luogo della chiesa preesistente a partire dal [[1736]] sotto gli auspici dei giurisdicenti della comunità, i nobili [[Savorgnan]], fu completata nel [[1776]]. Fu consacrata il [[6 novembre]] [[1829]], nel giorno onomastico del titolare [[Leonardo di Noblac|San Leonardo confessore]], e ristrutturata nel [[1990]]. Costruita con pietra e laterizi, ha una pianta a croce latina. Nella facciata è ben visibile il portale maggiore, completato nel 1829. All'interno è addossato alla parete di fondo un monumentale altare tardo rinascimentale del [[XVI secolo]]. Dinanzi ad esso è l'altare maggiore, del [[XVIII secolo]]. Annesso all'edificio, a destra della facciata, è il campanile della chiesa di San Leonardo.
* ''Chiesa parrocchiale di San Leonardo'' in Sammardenchia
* ''Chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo'' in Terenzano, costruita dall'architetto [[Girolamo D'Aronco]], fu consacrata nel [[1888]] e ristrutturata nel [[1982]].
* ''Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo'' in [[Zugliano (Pozzuolo del Friuli)|Zugliano]]
 
* ''Chiesetta campestre di San Daniele'' a [[Zugliano (Pozzuolo del Friuli)|Zugliano]], risale alle fine del [[XIV secolo]] ed è stata restaurata nel [[1999]]. Sulla parete sinistra vi è una delle testimonianze pittoriche più antiche in comune (''una mano''), di epoca romanica. Un ignoto pittore (o più pittori appartenenti alla medesima «cultura» figurativa) lascia sulle pareti della chiesa tre riquadri contenenti figure di santi spesso accompagnati da una scritta esplicativa contenente anche il nome del donatore: i ''Santi Vescovi Gottardo e Biagio; San Cristoforo e San Bonifacio; San Rocco e Santa Lucia; San Simone e San Daniele.'' Il primo riquadro, nell'arco trionfale, appartiene ad un insignificante pittorucolo che intorno al [[1520]]-[[1525|25]] colloca sotto una grande croce due inerti e slavate figure di Vescovi. Di diverso tenore gli altri riquadri che vanno datati al [[1510]] e considerati lavoro quanto mai interessante di un pittore udinese dalla forte personalità, capace di sentire gli umori popolareschi e di tradurli in immagini con un linguaggio facilmente accessibile che in alcuni episodi si fa coinvolgente a livello emotivo: è il caso ad esempio della figura di ''San Daniele'', frontale, bloccata nel movimento, con una mannaia in mano ed un rotolo nell'altra. Sul copricapo è dipinta la chiesetta a lui intitolata; a terra si accucciano due leoni "umanizzati" mentre in un angolino a destra è raffigurato, in ginocchio, con accanto la zappa, strumento di lavoro, Battista di Giuliano di Porpetto, il donatore-contadino. Pure il ''San Simone'' è accompagnato dall'immagine del donatore, che la presenza di un arco e di una freccia fanno ritenere cacciatore. Le figure sono dipinte con tecniche leggermente diverse, più riassuntive nella linea e giocate sul colore a zona quelle di ''San Daniele'' e di ''Santa Lucia'', più elaborate quelle di ''San Rocco'' e di ''San Cristoforo'' (che insiste su un corso d'acqua ricco di improbabili pesci) e soprattutto di ''San Bonifacio''.
 
=== Ville padronali ===