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La [[critica letteraria|critica]], gli [[storia|storici]] e la [[tradizione]] gli attribuiscono due opere fondamentali: il 'Kāvyādarça'' ("Trattato di poetica") e il ''[[Dashakumaracarita|Daçakumāracarita]]'' ("Avventure di dieci giovani").<ref name="M">"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.IV pag.64</ref>
 
Il ''Kāvyādarça'' è il più antico trattato di [[poesia|poetica]] in lingua [[sanscrito]], che segue uno stile semplice e misurato. L'opera è stata scritta in età matura dall'autore ed ebbe una notevole influenza presso i letterati posteri. Gli storici ravvedono in questa opera il segnale di un declino della letteratura classica indiana, caratterizzato da uno schematismo imbrigliante a causa di regole e [[canone (arte)|canoni]] imitativi. L'autore, prendendo spunto dalla tradizione grammaticale precedente, focalizzò l'attenzione su vari aspetti della lirica: lo stile, l'estetica, la parola ed il suo significato, le figure e la definizione dell'opera poetica.<br>
Il trattato è diviso in tre sezioni: la prima descrive la varie forme liriche, le lingue utilizzabili, le qualità necessarie ed adatte allo stile prescelto; la seconda si occupa delle figure retoriche; la terza indica i possibili esperimenti fonetici ed i misteri.