Carne salada del Trentino: differenze tra le versioni

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<!-- Cenni storici relativi alla nascita o diffusione del piatto -->
La Carne Salada del Trentino è un prodotto di cui possiamo trovare traccia in Trentino già in un manoscritto quattrocentesco dal titolo ''Libro de cosina composto et ordinato per lo hegregio homo Martino de Rubei de la Valle de Bregna, coquo dell’illustre Signore Johanne Jacobo Trivulzio''.
Altra illustre documentatrice della cucina del Trentino è stata la baronessa [[Giulia Turco|Giulia Lazzari Turco]] (1848-1912) che nel suo libro ''l'Antico Focolare'' riporta al capitolo decimoquarto ''come preparare una buona carne salada''.
Nel '900 i coniugi Anna Lucia e Carlo Alberto Bauer nel loro manuale dal titolo ''La nostra cucina - piatti vecchi e nuovi alla trentina'' fra la ''polenta e sguazet'' e il ''tonco de pontesel'' inseriscono la ricetta della Carne Salada come elemento fondamentale della cucina trentina.
La diffusione della conservazione della carne di bovino si deve probabilmente all'abbondanza di tale materia prima come riporta Michel'Angelo Mariani nel 1671 nel suo libro ''Trento con il Sacro Concilio et Altri Notabili'' a pagina 21 raccontando che ''li carnaggi in Trento s'hanno preziosi e a buon prezzo tutto l'anno. La Stiria e Pusteria fornisce i Buoi, che li vedono venir a caterve di quando in quando''. Questa abbondanza è facilmente comprensibile leggendo ''Casa e cucina trentina in otto secoli di principato (Dossi Editore)'' dello studioso Aldo Bertoluzza dove troviamo riportata una norma la quale imponeva che ''qualunque forestiero condurrà bestie da carne da qualunque luogo....se vorrà passare fuori del distretto di Trento sii obbligato ammazzare la quinta parte di dette bestie...e venderle al macello di Trento''.