Copa América 1997: differenze tra le versioni

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== Riassunto del torneo ==
L'altura e la vicinanza dei [[Campionato mondiale di calcio 1998|mondiali di Francia '98]] condizionarono sensibilmente questa edizione della Copa América: Da un lato l'elevata altitudine di quattro delle cinque sedi del torneo (l'unica che non fosse ad almeno 2000 m era Santa Cruz de la Sierra) favoriva non poco i padroni di casa della Bolivia, gli unici abituati a giocare in condizioni di aria rarefatta, che comportano maggior velocità dei palloni calciati (talvolta anche imprevedibilità delle traiettorie dei tiri) e un affaticamento più rapido.<br; />dall'altro la decisione della [[FIFA]] di creare, per l'[[America meridionale]], un unico girone di qualificazione con 10 nazionali che si affrontassero in gare di andata e ritorno aveva reso l'edizione della Copa América 1997 un evento "scomodo" a livello di calendario.
L'altura e la vicinanza dei [[Campionato mondiale di calcio 1998|mondiali di Francia '98]] condizionarono sensibilmente questa edizione della Copa América.<br />
 
Da un lato l'elevata altitudine di quattro delle cinque sedi del torneo (l'unica che non fosse ad almeno 2000 m era Santa Cruz de la Sierra) favoriva non poco i padroni di casa della Bolivia, gli unici abituati a giocare in condizioni di aria rarefatta, che comportano maggior velocità dei palloni calciati (talvolta anche imprevedibilità delle traiettorie dei tiri) e un affaticamento più rapido.<br />
Dall'altro la decisione della [[FIFA]] di creare, per l'[[America meridionale]], un unico girone di qualificazione con 10 nazionali che si affrontassero in gare di andata e ritorno aveva reso l'edizione della Copa América 1997 un evento "scomodo" a livello di calendario. Giocare un unico girone contro altre 9 avversarie significava, per ciascuna nazionale latino-americana, disputare ben 18 partite di qualificazione: era indubbiamente un numero eccessivo, se unito alla grande quantità di incontri che i calciatori (tesserati in buona parte da club [[Europa|europei]] o sudamericani) devono disputare tra campionati, coppe nazionali e coppe internazionali. Per tale motivo quasi tutte le federazioni sudamericane decisero, per questa edizione della Copa América, di convocare selezioni di secondo piano, formate (del tutto o in buona parte) da giovani calciatori, facendo riposare i ''big'' in vista delle gare di qualificazione al mondiale. Due soli furono i Paesi rappresentati dalla prima selezione nazionale, la Bolivia e il Brasile. La prima non poteva tradire le attese dei propri tifosi, che sognavano una grande impresa riuscita alla ''Verde'' solo nell'[[Campeonato Sudamericano de Selecciones 1963|edizione casalinga]] del [[1963]]. La seconda, dopo l'ennesima delusione di due anni prima in [[Uruguay]], voleva ad ogni costo sfatare il tabù di non essere mai riuscita a vincere la Copa América fuori dei propri confini nazionali, che la esponeva a un divario imbarazzante con le altre "big" del continente sudamericano (4 soli erano infatti i successi del Brasile, contro i ben 14 a testa di Argentina e Uruguay). Com'era logico, il torneo fu dominato da Bolivia e Brasile, che giunsero in finale vincendo tutte le partite giocate fino a quel momento.
 
Il gruppo A, con l'Argentina priva dei suoi assi, venne vinto a sorpresa dall'Ecuador, che bloccò all'esordio proprio gli albicelesti sullo 0-0. L'Ecuador, trascinato dai goal di [[Ariel José Graziani|Graziani]], vinse le restanti gare contro Paraguay e Cile. L'Argentina, invece, vinse solo il match coi cileni, mentre contro il Paraguay ottenne un nuovo pareggio (1-1, con la rete paraguaiana realizzata su rigore dal portiere [[José Luis Chilavert|Chilavert]]). Il punto contro l'Argentina diede al Paraguay, anch'esso vittorioso con la modesta selezione cilena, il terzo posto e il passaggio ai quarti di finale.
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Nel gruppo C la "corazzata" brasiliana esordì a valanga (5-0) sul Costa Rica, lasciando intendere subito che il primo posto era "prenotato" dalla Seleçao. I verde-oro infatti, guidati dalla forma strepitosa delle punte [[Ronaldo]] e [[Romário]], batterono anche il Messico (3-2, dopo aver rimontato un passivo di 0-2) e la Colombia (2-0), lasciando la lotta per il secondo e terzo posto a queste due nazionali. Fu il Messico, allenato dal giramondo [[Bora Milutinovic]], a piazzarsi dietro al Brasile, grazie al successo all'esordio sui ''Cafeteros''. Dal canto loro i colombiani superarono il turno, grazie alla netta vittoria (4-1) sul Costa Rica, che rendeva la loro differenza reti migliore di quella uruguaiana.
 
I quarti di finale furono Perù-Argentina, Bolivia-Colombia, Messico-Ecuador e Brasile-Paraguay. Il nervosismo caratterizzò non poco il primo quarto, con ben tre argentini ([[Marcelo Gallardo|Gallardo]], [[Eduardo Berizzo|Berizzo]] e [[Gustavo Zapata|Zapata]]) espulsi dall'ancora non conosciuto arbitro [[Byron Moreno]]. Ad aver la meglio fu il Perù, che con [[Eddie Carazas|Carazas]] e [[Martín Hidalgo|Hidalgo]] regolò la questione già a metà secondo tempo. L'Argentina trasformò un rigore con Gallardo, ma in 8 contro 11 le fu impossibile la rimonta.<br />
I quarti di finale furono Perù-Argentina, Bolivia-Colombia, Messico-Ecuador e Brasile-Paraguay.<br />
 
Il nervosismo caratterizzò non poco il primo quarto, con ben tre argentini ([[Marcelo Gallardo|Gallardo]], [[Eduardo Berizzo|Berizzo]] e [[Gustavo Zapata|Zapata]]) espulsi dall'ancora non conosciuto arbitro [[Byron Moreno]]. Ad aver la meglio fu il Perù, che con [[Eddie Carazas|Carazas]] e [[Martín Hidalgo|Hidalgo]] regolò la questione già a metà secondo tempo. L'Argentina trasformò un rigore con Gallardo, ma in 8 contro 11 le fu impossibile la rimonta.<br />
Nel secondo quarto la Bolivia liquidò con relativa facilità la Colombia, nella propria roccaforte dell'''Hernando Siles'' di La Paz. Le reti nel primo tempo di Etcheverry ed [[Erwin Sánchez]] stesero la Colombia, capace solo di accorciare le distanze nella ripresa con [[Hermán Gaviria|Gaviria]].<br />Il terzo quarto tra Messico ed Ecuador fu assai combattuto. Al goal dopo appena 6 minuti realizzato su rigore dall'ecuadoriano [[Luis Capurro|Capurro]], rispose [[Cuauhtémoc Blanco|Blanco]] per i centroamericani al 17'. La partita si risolse solo ai calci di rigore. Il secondo ''penalty'' ecuadoriano di Capurro fu parato dal portiere messicano [[Adolfo Ríos|Ríos]], cui rispose però l'omologo [[Oswaldo Ibarra|Ibarra]] su tiro di Blanco. La contesa si risolse all'ultima serie: Ríos parò su [[Vilson Rosero|Rosero]], mentre [[Joel Sánchez]] trasformò, regalando al Messico la semifinale.
 
Il terzo quarto tra Messico ed Ecuador fu assai combattuto. Al goal dopo appena 6 minuti realizzato su rigore dall'ecuadoriano [[Luis Capurro|Capurro]], rispose [[Cuauhtémoc Blanco|Blanco]] per i centroamericani al 17'. La partita si risolse solo ai calci di rigore. Il secondo ''penalty'' ecuadoriano di Capurro fu parato dal portiere messicano [[Adolfo Ríos|Ríos]], cui rispose però l'omologo [[Oswaldo Ibarra|Ibarra]] su tiro di Blanco. La contesa si risolse all'ultima serie: Ríos parò su [[Vilson Rosero|Rosero]], mentre [[Joel Sánchez]] trasformò, regalando al Messico la semifinale.<br />
L'ultimo quarto tra Brasile e Paraguay fu gara a senso unico. I ''carioca'' passarono in vantaggio dopo appena 9' con Ronaldo, che raddoppiò al 34'. Il Brasile mantenne saldamente il controllo del gioco, permettendosi pure il lusso di sbagliare un rigore con Ronaldo al 64', parato dal grande Chilavert.
 
Le semifinali abbinarono la Bolivia al Messico e il Brasile al Perù. La prima semifinale andò in scena il [[25 giugno]] agli oltre 3000 metri di La Paz. La Bolivia assunse subito il controllo delle operazioni, ma fu gelata al 9' da [[Nicolás Ramírez|Ramírez]] che insaccò alle spalle di [[Carlos Trucco|Trucco]]. Al 27' Erwin Sánchez pareggiò i conti, nonostante una sospetta posizione di [[fuorigioco]] che scatenò una furibonda lite tra le panchine delle due squadre. L'arbitro, il [[Paraguay|paraguaiano]] González, cacciò dal terreno di gioco ambedue gli allenatori, [[Antonio López Habas|López]] e Milutinovic. Dopo 12 minuti [[Ramiro Castillo]], capitano e leader indiscusso della selezione boliviana, portò in vantaggio i padroni di casa. Al 79' [[Jaime Moreno|Moreno]] siglò la terza rete boliviana, che ridava alla ''Verde'' l'accesso in finale dopo ben 34 anni.<br />
Le semifinali abbinarono la Bolivia al Messico e il Brasile al Perù.<br />
 
La prima semifinale andò in scena il [[25 giugno]] agli oltre 3000 metri di La Paz. La Bolivia assunse subito il controllo delle operazioni, ma fu gelata al 9' da [[Nicolás Ramírez|Ramírez]] che insaccò alle spalle di [[Carlos Trucco|Trucco]]. Al 27' Erwin Sánchez pareggiò i conti, nonostante una sospetta posizione di [[fuorigioco]] che scatenò una furibonda lite tra le panchine delle due squadre. L'arbitro, il [[Paraguay|paraguaiano]] González, cacciò dal terreno di gioco ambedue gli allenatori, [[Antonio López Habas|López]] e Milutinovic. Dopo 12 minuti [[Ramiro Castillo]], capitano e leader indiscusso della selezione boliviana, portò in vantaggio i padroni di casa. Al 79' [[Jaime Moreno|Moreno]] siglò la terza rete boliviana, che ridava alla ''Verde'' l'accesso in finale dopo ben 34 anni.<br />
L'indomani a Santa Cruz de la Sierra si disputò l'altra semifinale tra Brasile e Perù. La gara non ebbe storia: i ''carioca'' travolsero i ''blanquirrojos'' e già dopo 45' il tabellone segnava 4-0 per il Brasile. Altri tre goal nella ripresa suggellarono un eclatante 7-0 per il Brasile, che tuttavia perse, in vista della finale, una pedina importante, Romário, infortunatosi al 64'.<br />Ma nello stesso giorno un fatto drammatico fece perdere un uomo chiave anche alla Bolivia. José Manuel Castillo, figlio del capitano della ''Verde'' Ramiro, morì improvvisamente a soli 3 anni. Castillo lasciò immediatamente il ritiro della nazionale boliviana. Caduto in una profonda [[depressione (psicologia)|depressione]] a causa della morte del figlio, Ramiro Castillo avrebbe, poi, posto fine alla propria esistenza il [[18 ottobre]] di quello stesso anno, sparandosi un colpo di pistola.
Ma nello stesso giorno un fatto drammatico fece perdere un uomo chiave anche alla Bolivia. José Manuel Castillo, figlio del capitano della ''Verde'' Ramiro, morì improvvisamente a soli 3 anni. Castillo lasciò immediatamente il ritiro della nazionale boliviana. Caduto in una profonda [[depressione (psicologia)|depressione]] a causa della morte del figlio, Ramiro Castillo avrebbe, poi, posto fine alla propria esistenza il [[18 ottobre]] di quello stesso anno, sparandosi un colpo di pistola.
 
La finale per il 3º posto, disputata al ''Jesús Bermúdez'' di Oruro, vide il successo del Messico, che con [[Luis Hernández|Hernández]], capocannoniere del torneo con 6 goal, chiuse la propria avventura boliviana in maniera più che dignitosa.
 
La finalissima andò in scena il [[29 giugno]] all'''Hernando Siles'' di La Paz, che per l'occasione si presentava al gran completo: oltre 45.000 spettatori, per incitare la ''Verde'' padrona di casa verso un traguardo storico. In caso di vittoria il presidente boliviano [[Gonzalo Sánchez de Lozada]] aveva pure annunciato 3 giorni di festa nazionale. Tuttavia il compito che attendeva i boliviani era arduo, vista la levatura dell'avversario che avevano di fronte. Il Brasile campione del mondo in carica appariva nettamente superiore sul piano tecnico e a tale gap la Bolivia cercò di sopperire affrontando l'avversario in modo offensivo e sfruttando l'altitudine. I ''carioca'' avevano infatti giocato fino a quel momento tutte le partite a Santa Cruz de la Sierra, posta a 416 [[m s.l.m.]], e il salto ai 3640 [[m s.l.m.]] di La Paz poteva creare alcune difficoltà alla ''Seleçao''. In effetti il Brasile fu colto di sorpresa da un'arrembante Bolivia, che si rese assai pericolosa per tutto il primo tempo, spinta dalle giocate delle punte Etcheverry e Moreno. Al 40' però il Brasile passò in vantaggio: un tiro diretto in rete da [[Denílson de Oliveira Araújo|Denilson]] trovò la deviazione di [[Edmundo]], che per la verità al momento del tocco era in posizione di fuorigioco. Tuttavia, nonostante le vibranti proteste dei calciatori boliviani, né l'arbitro uruguaiano Nieves né il resto della terna si accorsero del tocco di Edmundo, convalidando pertanto la rete. La nazionale boliviana non si scompose e dopo appena 5', a pochi istanti dal fischio finale del primo tempo, trovò la rete del pareggio con Erwin Sánchez: il centrocampista boliviano calciò un potente tiro dalla trequarti, che grazie all'aria rarefatta si diresse come un missile alla sinistra di [[Taffarel]]. Il portiere brasiliano, che pareva comunque aver intuito la traiettoria, fu ingannato dal pallone che gli rimbalzò a un paio di metri di distanza e schizzò in rete.

Nel secondo tempo l'iniziativa rimase ai boliviani, bravi a creare palle goal quanto a sciuparle. La rete boliviana pareva nell'aria, ma al 79' avvenne l'imprevisto. Un contropiede brasiliano permise infatti a Ronaldo, con un fendente diagonale, di riportare in vantaggio il Brasile. Il goal fu una mazzata psicologica per i boliviani, che comunque si riversarono in attacco alla ricerca del pareggio. Ma al 90' un nuovo contropiede brasiliano diede a [[Zé Roberto]] la palla del definitivo 3-1. Per la Bolivia, capace di tener testa per quasi tutto l'incontro alla formidabile ''Seleçao'', fu una cocente delusione. Per il Brasile era finalmente successo fuori dei propri confini nazionali, il quinto della propria storia nella Copa América.
 
== Primo turno ==