Psicologia umanistica: differenze tra le versioni

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La '''psicologia umanistica''' ,conosciuta anche con l'appellativo di Terza Forza, si sviluppa nell'ambito del [[psicologia|pensiero psicologico]] con una prospettiva sociale agli inizi degli anni Settanta negli U.S.A. (e ietta) ad opera di Abraham Maslow e di [[Carl Rogers]] che individuarono nel bisogno di crescita e di affermazione le principali spinte di ogni [[comportamento]] umano e nel senso di [[autostima]] il presupposto fondamentale dell'equilibrio personale.
 
La definizione di "psicologia umanistica", fu coniata nel [[1962]] da un gruppo di psicologi, guidati da [[Abraham Maslow]], durante l'atto di fondazione dell'Associazione di Psicologia Umanistica, il cui programma prevedeva di "studiare le dinamiche [[emozioni|emozionali]] e le caratteristiche [[comportamento|comportamentali]] di un'esistenza umana piena e vitale".<ref>Antonino Minio, "Conoscere le psicoterapie", ed. Thyrus, 1987, (pag. 165, voce "La psicologia umanistico-esistenziale")</ref>
La [[psicologia]] umanistica affonda le sue radici nella versione americana del [[romanticismo]] e nel pensiero del filosofo [[Ralph Waldo Emerson]].
 
==Principi della umanistica==
Il manifesto della "Associazione di Psicologia Umanistica" prevedeva alcuni punti fondamentali:
*L'elemento primario della [[psicoterapia]] è la persona, studiata nella sua interezza, oltreché l'esperienza e la comprensione, come oggetto e strumento di indagine, che relega in un ruolo secondario sia le [[interpretazione|interpretazioni]], sia il [[comportamento manifesto]];
*In contrapposizione ad una visione dell'essere umano [[meccanicismo|meccanicista]] e [[determinismo|determinista]], è necessario valorizzare l'autorealizzazione, la creatività, le scelte.
*Valorizzazione della dignità della persona e dello sviluppo del suo potenziale latente.
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== Rogers ==
La psicologia umanistica prese avvio soprattutto tramite l'opera di [[Carl Rogers]] che, nel [[1951]], con la pubblicazione del libro "La terapia centrata sul cliente<ref>Da notare che il termine ''Cliente'', che potrebbe lasciare sorpresi, ha una valenza completamente differente da quella comune nella prassi commerciale, l'utilizzo di questo termine si deve al rifiuto, da parte di [[Carl Rogers]], di utilizzare il termine ''Paziente'' e della relativa idea di esistenza di una ''Malattia psichica'', anni dopo sarà sostituito con il termine ''Persona''</ref>", ne illustrò i fondamenti teorico/pratici: la [[disturbo mentale|malattia mentale]] nelle sue varie forme altro non sarebbe che una distorsione dello sforzo che l’individuol'individuo compie per attuare le proprie potenzialità. Diversamente, se vi è corrispondenza tra gli attributi che il soggetto crede di possedere e quelli che effettivamente possiede, egli potrà svilupparsi in modo unitario, autonomo e soddisfacente. Su tale base, il metodo suggerito da Rogers è la [[Terapia non direttiva]], e, nel tenere sempre conto delle tendenze vitali dell’individuo, si limita a creare nel paziente (accompagnandolo con ''[[empatia]]'') le condizioni necessarie a favorirne la crescita.
 
L'approccio con il paziente deve quindi essere basato su 3 elementi: