Oronzo di Lecce: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Carro Sant'Oronzo.jpg|thumb|150px|Il "Carro Trionfale" di Sant'Oronzo a [[Turi]] il 26 agosto]]
 
* A '''[[Turi]]''' si narra che il santo fosse in predicazione e, per scappare dalle persecuzioni, si nascose in una grotta, che attualmente si trova nei pressi del cimitero comunale. A Turi nonostante le persecuzioni che si succedettero con ferocia inaudita, nonostante le vessazioni causate da secoli di invasioni militari e culturali, tennero sempre viva la lampada della fede, che Oronzo secoli prima aveva acceso. Col trascorrere del tempo fu dimenticata l’esatta ubicazione dell’ingresso della sacra Grotta, anche se da alcuni documenti si evince come quell’appezzamento di campagna fosse sempre stato chiamato di Sant’Oronzio. Durante la terribile pestilenza dgli anni 1656-1658, in cui morirono circa 800 turesi, Sant’Oronzo apparve ad una verginella in preghiera, promettendo che avrebbe ottenuto da Dio la fine del morbo e le rivelò l’accesso della sacra Grotta. Lì furono rinvenuti i segni della sua presenza durante l’età apostolica.Ma negli anni il culto del Santo si affievolì, fino a quando nel 1726, alla fine del mese d’aprile, mentre si fabbricava un nuovo quarto di prospettiva del “Convento dei Padri Riformati di San Francesco” sotto il titolo di San Giovanni Bat­tista, un religioso, Fra' Tommaso di Carbona­ra, frequentò spesso la grotta, mentre assiste­va alla gente che scavava le pietre necessarie per la fabbrica di cui sopra nel territorio vici­no. Durante queste visite gli apparve il Santo che, lamentando la raffreddata devozione dei turesi, lo esortò a far portare una croce ed inalberarla nel largo che sovrastava la grotta in segno della sacralità del luogo. Quando la notizia fu divulgata, l’Arciprete don Domeni­co Gonnella ordinò la formazione di una cro­ce che, esaudendo la volontà del Santo, il 3 maggio fu solennemente portata alla grotta. In quel tempo la grotta naturale sita in piena campagna, lontana dall’abitato, doveva essere un luogo di difficile accesso per l’accresciuta folla di fedeli. Con le offerte fu così iniziata la costruzione di una grande Chiesa denominata “Cappellone di Sant’Oronzo”, sulla sacra grotta ed intorno ad essa. Nel 1731, dopo il grave terremoto che colpì il nostro territorio il 20 e 21 marzo di quell'anno, il Capitolo della Insigne Collegiata chiese alla Sacra Congregazione dei Riti di dichiarare Sant'Oronzo "ComPatrono di Turi". Durante i festeggiamenti in suo onore il 26, il busto del santo è trainato dai muli in città su un carro trionfale (voto dei turesi del 1851 per aver salvato la città dal colera) alto 14,80 m che attraversa il corso principale della cittadina sovrastato da arcate luminarie alte 16 metri, liberando colombi simbolo di pace.
In quel tempo la grotta naturale sita in piena campagna, lontana dall’abitato, doveva essere un luogo di difficile accesso per l’accresciuta folla di fedeli. Con le offerte fu così iniziata la costruzione di una grande Chiesa denominata “Cappellone di Sant’Oronzo”, sulla sacra grotta ed intorno ad essa. Nel 1731, dopo il grave terremoto che colpì il nostro territorio il 20 e 21 marzo di quell'anno, il Capitolo della Insigne Collegiata chiese alla Sacra Congregazione dei Riti di dichiarare Sant'Oronzo "ComPatrono di Turi"
Durante i festeggiamenti in suo onore il 26, il busto del santo è trainato dai muli in città su un carro trionfale (voto dei turesi del 1851 per aver salvato la città dal colera) alto 14,80 m che attraversa il corso principale della cittadina sovrastato da arcate luminarie alte 16 metri, liberando colombi simbolo di pace.