Romano (esarca): differenze tra le versioni

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|Nome = Romano
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==Biografia==
E' stata proposta l'identificazione (non del tutto certa)<ref>La PLRE, Vol. III, pp. 1091-1093, ipotizza questa identificazione tra il Romano esarca e il Romano generale in Oriente pur facendo distinzione tra le due figure: il Romano esarca viene chiamato "Romanus 7", quello in Oriente "Romanus 4"</ref> con un altro ''Romano'' a lui coevo, il figlio del [[Patrizio (storia romana)|patrizio ]] ''Anagastes'', di origine [[Ostrogoti|gotica]]; se tale identificazione è corretta, quando arrivò in Italia era già un generale di una certa esperienza: con il grado di [[magister militum]] aveva sottomesso la popolazione caucasica dei [[Suani]] tra il 573 e il 576, portando a Costantinopoli, il re, l'intera corte e il tesoro reale;<ref>Giovanni di Biclaro, anno 576.</ref> aveva poi servito sotto l'[[Maurizio di Bisanzio|imperatore Maurizio]] in operazioni di guerra contro i [[Sasanidi]] ([[589]]) ed ebbe il comando generale dell'esercito bizantino dislocato nella [[Lazica]].<ref>Per tutte le informazioni su Romano figlio di Anagaste, si veda PLRE, p. 1091.</ref>
 
Nominato [[Esarcato d'Italia|esarca d'Italia]] nel [[590]], riprese, assieme ai [[Franchi]], l'offensiva contro i [[Longobardi]]. I Franchi penetrarono in Italia con tre colonne di guerrieri e costrinsero il re longobardo [[Autari]] a rinchiudersi in [[Pavia]]. Nel 590 [[Modena]], [[Altino (Quarto d'Altino)|Altino]] e [[Mantova]] ritornarono in mano bizantina.<ref>''Lettera di Romano a Childeberto'', riportata in latino (con note in italiano) in Troya, pp. 130-134.</ref> Romano avrebbe voluto ricongiungersi con i Franchi a Pavia per assediarla e porre fine al [[regno longobardo]] ma, purtroppo per lui, i duchi franchi conclusero una pace separata con il nemico ritirandosi e impedendo all'esarca di infliggere il colpo di grazia ai Longobardi. Fu vana la lettera che Romano spedì al re Childeberto II affinché rimandasse i suoi guerrieri franchi in Italia per riprendere la campagna da dove era stata interrotta:
Figlio del [[Patrizio (storia romana)|patrizio ]] ''Anagastes'', di origine [[Ostrogoti|gotica]], percorse un'importante carriera militare. Con il grado di [[magister militum]] sottomise la popolazione caucasica dei [[Suani]].
{{Quote|Non dubitiamo, che la vostra eccellenza non duri nella medesima devozione e nelle medesime promesse da voi fatte già a' vostri piissimi padri e signori nostri; e tanto più che sappiamo caduti in vostro dispiacere e vostra ira i duchi tornati senza adempire i vostri comandi. Imponga l’eccellenza vostra il pronto adempimento delle promesse fatte a' vostri piissimi padri, signori nostri, che ne saranno grati degnamente. Mandate poi vostra gente alla stagione che si trovin fuori le biade de' nemici; fateci sapere a qual tempo, per quali vie. Sopra ogni cosa speriamo, che nello scendere felicemente l'esercito de' Franchi, i Romani, per cui domandiamo vostri aiuti, non saranno messi a sacco né tratti in prigionia; e che anzi farete rilasciare e restituire a casa quelli portati via per lo addietro. Cosi emendando il passato, dimostrerete quello che per l' avvenire abbiano i vostri a custodire. Ancora non fate incendiar gli edifizi, affinchè si conosca come ella è una nazione cristiana che viene in aiuto e difesa d'Italia.|Lettera di Romano (Esarca Ravennate) al Re Childeberto. Anno 590. Settembre.|lingua=la|Et quia Excellentiam vestram in eandem promissionem et devotionem, quam semel pissimis Patribus vestris dominis nostris promisistis, permanere non ambigimus, maxime dum displicuisse vobis constat, iussionibus vestris non impletis, Duces fuisse reversos, cosque in vestra iracundia constitutos; praecipiat Excellentia vestra omni cum celeritate implere ea, quae Patribus vestris piissimis nostris dominis promisistis: ut de effectu promissionis digna gratia augeatur, coque tempore dirigantur, ut fruges cunctas inimicorum foris inveniant. Nobisque designare tubete, quibus itineribus, vel quo tempore expectentur a nobis : sperantes prae omnibus, ut dum feliciter Francorum exercitus descenderit, Romani, pro quibus auxilia vostra poscimus, in depraedationem et captivitatem non perducantur; sed et eos, quos transacto tempore abstulerunt, relaxari et provinciae restitui iubeatis, ut praeterita emendantes, quid in futuro custodire debeant, demonstretis. Sed nec fabricas incendi praecipite, ut agnoscatur, quia pro detersione Italiae auxilium Christianae gentis habuimus.}}
Servì poi sotto l'[[Maurizio (imperatore)|imperatore Maurizio]] in operazioni di guerra contro i [[Sassanidi]] ([[589]]) ed ebbe il comando generale dell'esercito bizantino dislocato nella [[Lazica]].
Infatti i Franchi non ritornarono più sul campo di battaglia e i Longobardi, sotto la guida del loro nuovo re Agilulfo, poterono riprendere l'offensiva. Nel 591, il duca di Spoleto, Ariulfo, conquistò le città del [[Corridoio Bizantino|corridoio umbro]] e assediò Roma, da cui si ritirò solo dopo aver estorto alla città assediata un tributo. Le città del corridoio umbro non rimasero tuttavia a lungo in mano longobarda e già nel [[592]] Romano, partendo da Ravenna, le riconquistò.<ref>Paolo Diacono, ''[[Historia Langobardorum]]'', IV, 8.</ref> Ciò provocò la reazione del re Agilulfo che riconquistò prima Perugia, giustiziando il duca longobardo traditore Maurisione, poi assediò Roma, da cui si ritirò solo dopo che il Santo Padre gli pagò di tasca propria un tributo. Perugia comunque ritornò presto in mano imperiale, probabilmente nel 594.
 
Vi furono alcuni contrasti con [[Gregorio Magno|papa Gregorio Magno]] per motivi dottrinali e politici riguardanti, da una parte, lo [[Scisma tricapitolino|scisma dei Tre Capitoli]] che ancora si trascinava in [[Istria]],<ref>Papa Gregorio Magno, ''Epistole'', II, 45.</ref> e dall'altra per la difesa di [[Roma]] e di [[Napoli]] contro i Longobardi, che Romano considerava strategicamente secondarie. Papa Gregorio Magno fece di tutto per convincere l'esarca e l'Imperatore a stringere una tregua con i Longobardi allo scopo di riportare la pace in Italia, devastata dal conflitto con i Longobardi, ma sia l'esarca che l'Imperatore non gli diedero ascolto e Maurizio addirittura offese Gregorio dandogli dell'ingenuo.<ref>Ravegnani 2004, pp. 95-99.</ref>
Nominato [[Esarcato d'Italia|esarca d'Italia]] nel [[590]], riprese, assieme ai [[Franchi]], l'offensiva contro i [[Longobardi]]. I Franchi penetrarono in Italia con tre colonne di guerrieri e costrinsero il re longobardo [[Autari]] a rinchiudersi in [[Pavia]]. Nel 590 [[Modena]], [[Altino (Quarto d'Altino)|Altino]] e [[Mantova]] ritornarono in mano bizantina.
Morì mentre ancora rivestiva la carica, probabilmente per cause naturali, forse nell'aprile del 596.
Il suo risultato più apprezzabile fu la riconquista del [[Corridoio Bizantino|corridoio umbro]] nel [[593]] e la sua restituzione all'[[Esarcato d'Italia]].
 
==Note==
Vi furono alcuni contrasti con [[Gregorio Magno|papa Gregorio Magno]] per motivi dottrinali e politici riguardanti, da una parte, lo [[Scisma tricapitolino|scisma dei Tre Capitoli]] che ancora si trascinava in [[Istria]], e dall'altra per la difesa di [[Roma]] e di [[Napoli]] contro i Longobardi, che Romano considerava strategicamente secondarie.
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Morì mentre ancora rivestiva la carica, probabilmente per cause naturali.
 
== Bibliografia ==
* Carlo Troya, ''Codice diplomatico longobardo dal DLXVIII al DCCLXXIV...'', 1852.
* AA.VV., ''[[The Prosopography of the Later Roman Empire]]'', Vol. III.
* [[Giorgio Ravegnani]], ''I Bizantini in Italia'', Mulino, Bologna, 2004.
* [[Giorgio Ravegnani]], ''Gli esarchi d'Italia'', Aracne, Roma 2011, ISBN 978-88-548-4005-8
 
== Voci correlate ==
* [[Esarcato d'Italia]]
 
{{Box successione|carica=[[Esarcato d'Italia|Esarca di Ravenna]]|immagine=CoA of the Byzantine Empire.svg|periodo=[[590]]-[[596]]| precedente=[[Smaragdo]]|successivo=[[Callinico (esarca)|Callinico]]}}