Onesimo (discepolo di Paolo): differenze tra le versioni

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{{quote|Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare, preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo, quello che un giorno ti fu inutile, ma ora è utile a te e a me. Te l'ho rimandato, lui, il mio cuore. Avrei voluto trattenerlo presso di me, perché mi servisse in vece tua nelle catene che porto per il vangelo!|{{passo biblico2|Fm|8-13|''Lettera a Filemone''|si}}}}
 
Paolo nella lettera discute un caso singolo e non condanna la [[schiavismo|schiavitù]] in quanto tale, anche se il suo atteggiamento va chiaramente oltre la mentalità schiavistica del tempo<ref>[[Gerd Theissen]], Il Nuovo Testamento, Carocci, 2003.</ref> perché essa è palesemente in contrasto con la legge della [[carità]] cristiana, ne pone invece. le basi per il suoPer superamento:Paolo il padrone e lo schiavo, anche se conservano le relazioni sociali di prima, diventando cristiani devono ormai vivere come due fratelli al servizio dello stesso [[Dio|Signore]]. Ecco come Paolo scrive ancora:
{{quote|Forse per questo è stato separato da te per un momento, perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto di più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. Per non dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso!|{{passo biblico2|Fm|15-19|''Lettera a Filemone''|si}}}}