Lex Iulia de adulteriis coercendis: differenze tra le versioni

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La '''Lex Iulia del adulteriis coercendis''' è una [[legge romana]] emanata per volere dell'imperatore [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] nel [[18 a.C.]] per disciplinare l'[[adulterio]] (crimen adulterii) e le varie fattispecie che vi rientravano: [[incestum]], [[stuprum]], [[lenocinium]].
 
DopivoDopo una serie di guerre cilicivili, la classe dirigente era stata decimata e in grave crisi morale.
Perciò l’imperatore fece approvare due ''[[Leges Iuliae]]'', una per punire gli adulteri e un’ altra relativa alla politica matrimoniale.
 
La ''Lex Iulia de Adulteriis Coercendis'' prevedeva che, nel caso di adulterio o stupro, fosse istituito un processo contro la moglie infedele e il complice. La pena era per tutti la ''[[relegatio in insulam]]'' (due isole diverse per gli adulteri) e inoltre per l’uomo la confisca di metà dei beni e per la donna di un terzo di essi e della metà della dote. Il padre della donna aveva il diritto di uccidere entrambi gli adulteri colti in flagrante, mentre il marito aveva il diritto di uccidere l’amante, solo in determinate circostanze, e di ripudiare la consorte. Se il marito non denunciava l'adulterio della moglie, veniva considerato al pari della consorte.
 
Mediante questa legge, Augusto cercava di modificare i costumi familiari, tutelandone la moralità. Purtroppo la legge divenne uno strumento per minacciare le ricche famiglie e per così estorcere denaro.
 
[[Categoria:leggi romane|Iulia de adulteriis coercendis]]