Guerra preventiva: differenze tra le versioni

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In un classico approccio, la difesa è limitata ad una risposta ad un attacco armato, a norma dell' Articolo 51 della [[Carta delle Nazioni Unite]]. Tuttavia, in seguito alla pratica degli Stati, una minaccia imminente che provenga da Paesi vicini o il disturbo da forze nemiche dal territorio straniero possono giustificare gli attacchi preventivi. Gli esperti legali fanno riferimento alla ''[[vicenda Caroline]]'' del 1837 quando le [[Esercito britannico|forze britanniche]] in [[Canada]] attraversarono il confine con [[Stati Uniti]] e uccisero diversi ribelli canadesi ed un cittadino americano che si preparavano all'offensiva contro gli inglesi in Canada. Gli [[Stati Uniti]] respinsero i presupposti legali del caso Caroline. Nel 1842, U.S. [[Segretario di Stato]] [[Daniel Webster]] sottolineò che la necessità di una reazione violenta deve essere: ''"instantanea, travolgente, non lasciando alcuna scelta dei mezzi e nessun momento di deliberazione."''
 
Il primo teorico della guerra preventiva fu [[Carl Schmitt]], giurista e filosfofilosofo tedesco, che fornì la base filosofica alla tesi hitleriana dell'aggressione contro la Polonia in chiave di guerra preventiva. Quando Hitler invase la Polonia, l'autorevole giurista giustificò la legalità della guerra preventiva con le esigenze della sicurezza nazionale tedesca a cui serviva un ''[[Grossraum]]'', una sfera d'influenza capace di proteggere il Reich dalle orde bolsceviche che premevano sui confini orientali.
 
La teoria della guerra preventiva fu largamente ripresa da [[Leo Strauss]], allievo e collaboratore di Schmitt.