Leszek Kołakowski: differenze tra le versioni

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==Biografia, opera e pensiero==
Nato a [[Radom]], nel [[Voivodato didella Masovia]], nel [[1927]], i studiò regolarmente sino all'[[Campagna di Polonia|invasione nazista della Polonia]] ([[1939]]), con la quale scoppiava la [[Seconda guerra mondiale]]. Durante l'[[Germania nazista|occupazione nazista]], lesse diversi libri e, occasionalmente, poté studiare con un insegnante privato. Terminata la Guerra, frequentò l'Uniwersytet Łódzki ([[Università di Łódź]]) e, successivamente, l'[[Università di Varsavia]], dove si laureò in [[Filosofia]] nel [[1953]] con una [[tesi]] su [[Baruch Spinoza|Spinoza]]. Divenne dunque professore e dal [[1959]] al [[1968]] fu docente di Filosofia.
 
Approfondendo gli studi filosofici sulla [[Politica]] e sull'[[Economia]], divenne un convinto [[comunista]] e dal [[1947]] al [[1966]] fu tra i più attivi e celebri membri del [[Partito Operaio Unificato Polacco]] (PZPR). Si recò anche a [[Mosca]], in [[Unione Sovietica]], e lì ritenne che il sistema sovietico non rispecchiava la vera morale comunista perché servivano ''una revisione marxista'' e ''un'interpretazione più umana del pensiero di [[Karl Marx]]''. Per queste dichiarazioni fu espulso dal Partito e perse il proprio lavoro. Kołakowski, nel libro ''Main Currents of Marxism'' ([[1976]]-[[1978]]), ha dichiarato che ''lo [[Stalinismo]] non è un'aberrazione, ma la logica del prodotto finale del marxismo''.