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Secondo l'opposizione, le consultazioni si svolsero in un clima di violenza ed intimidazioni e, con un duro discorso, il deputato socialista [[Giacomo Matteotti]] chiese di annullarle. Dopo il suo rapimento e assassinio da parte di una banda di estremisti fascisti, si creò verso il governo un clima di indignazione, che portò non solo l'opposizione parlamentare socialista, ma anche i popolari di [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]] e i liberali di Giolitti ad uscire dalla maggioranza governativa ("[[Secessione aventiniana]]").
 
Con un veemente discorso alla Camera, il [[3 gennaio]] del [[1925]] Mussolini, pressato tre giorni prima da trentatrètrentatré comandanti di legione della MVSN (il cosiddetto "pronunciamento dei consoli")<ref>Renzo De Felice, Mussolini il fascista, I, ''La conquista del potere. 1921-1925'', Torino, Einaudi, 1966, p. 714.</ref>, si assunse «la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto»<ref>Dal discorso alla Camera del 3 gennaio 1925.</ref> e poco dopo progettò di sciogliere tutti i partiti politici, tranne il PNF.
 
{{cn|Il termine ''Il Listone'' per liste civiche, politiche, apartitiche è utilizzato anche oggi.}}