Tiziano Marcheselli: differenze tra le versioni

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É stato giornalista professionista dal [[1°º gennaio]] [[1966]].
 
La sua prima esperienza giornalistica avvenne nel [[1960]] con [[L'Avvenire d'Italia]] a Parma. L'anno successivo, quando [[Maurizio Chierici]] venne chiamato a [[Milano]] al [[Corriere della Sera]], lo sostituì alla [[Gazzetta di Parma]], iniziando una collaborazione che è continuata fino all'epoca della morte avvenuta nel [[2011]]. Si è laureato in giornalismo a [[Roma]] nel [[1967]], presso il [[Ministero di Grazia e Giustizia]]. É stato critico d’arte della Gazzetta di Parma, dal [[1978]] ne è stato il redattore della rubrica settimanale dell’arte del martedì.
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Tra le sue mostre, da segnalare due personali alla Consigli Arte di Parma (1986 e 1995), la personale «Giovanni dalle Bande Nere» nella [[Rocca dei Rossi (San Secondo)|Rocca dei Rossi]] di [[San Secondo Parmense]] (1998), la personale su «Barriera Vittorio Emanuele» (con scritti di [[Alberto Bevilacqua]], Mario Gandini, [[Gene Gnocchi]], Davide Barilli, Guido Conti e altri) alla Galleria antiquaria «Lo Scrigno» (2002), «Museum» alle Fiere di Parma (artista invitato, 2002 e 2003), «Ritratti dei 25 presidenti del Rotary Parma Est» al Circolo di Lettura di Parma (2003), «La storia di Parma» (con testi e illustrazioni propri) al [[Museo Glauco Lombardi]] di Parma (aprile 2004) e quindi nella Rocca di San Secondo Parmense (ottobre 2004). Sua una sala sul tema del «Mito» nella Rocca Sanvitale di [[Sala Baganza]] (maggio-giugno 2004).
 
In un'intervista del [[2008]] <ref> [http://www.pramzanblog.com/2008/08/le-interviste-di-pramzanblog-tiziano.html Tiziano Marcheselli intervistato da Achille Mezzadri]</ref> ha dichiarato di sentirsi prima pittore e poi giornalista. Nella stessa intervista racconta un curioso episodio accaduto poco dopo la sua nascita, che egli considera "un segno del destino" (un suo zio era stato incaricato di depositare il suo nome all'anagrafe, a due passi dalla sua casa natale in borgo [[Rodolfo Tanzi]]):
:«Per me avevano scelto il nome Fabrizio. Quando tornò gli chiesero: tutto a posto? L'hai denunciato come Fabrizio, vero? "No", rispose zio Giovedì, che era un pittore dilettante. L'ho chiamato Tiziano, diventerà pittore. E così son cresciuto con questa idea: che sarei diventato pittore. Fin da piccolo mi divertivo molto a disegnare. Ma a otto anni scoprii anche il "giornalismo". Facevo un giornalino, tutto scritto a mano, che avevo chiamato "Il pizzico di sale", pieno di articolini, disegnini, caricature della maestra.»