Delitti del Nationalsozialistischer Untergrund: differenze tra le versioni

serie di omicidi avvenuti in Germania tra il 2000 e il 2006
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Delitti del kebab o delitti del döner sono una serie di agguati mortali con armi da fuoco attuati contro immigrati in Germania, tra il 2000 e il 2006, da un gruppo terroristico casalingo di ispirazione neonazista denominato Nationalsozialistischer Untergrund (let. "clandestinità nazionalsocialista" o "sottofondo/sottosuolo nazionalsocialista").

Rimasti irrisolti per anni, al culmine di indagini federali, locali e dei servizi di sicurezza interni che avevano seguite le più svariate piste, dal crimine organizzato, a un possibile assassino seriale, regolamenti di conti tra etnie, vendette trasversali e mondo della droga, con un solo elemento a collegare tutte i delitti: una pistola silenziata modello Ceska 83, calibro 7,65, prodotta in repubblica Ceca. Nel novembre 2011, dopo un tentativo di rapina fallito, Uwe Mundlos e Uwe Boehnhardt, si rifugiano dalla polizia in un camper di loro proprietà, suicidandosi. In concomitanza a ciò, Beate Zschaepe, loro complice, appicca un incendio ad un appartamento dove stanziava coi suoi due compari, costituendosi poco tempo dopo alle autorità. Una svolta sul luogo delle due scene: gli inquirenti ritrovano la pistola appartenente a Michèle Kiesewetter nel camper, poliziotta uccisa nel 2007 dal cui luogo del delitto era sparita l'arma a lei in dotazione, e salvano dall'appartamento in fiamme alcuni dvd con suscritti video amatoriali registrati dal gruppo nel quale si rivendicavano gli omicidi del kebab.[1][2][3][4]

A seguito della celere, sebbene tarda constatando il decennio di indagini a vuoto eseguite, risoluzione del caso che ha riaperto l'argomento del pericolo di ritorni di fiamma del terrorismo in Germania, non più rosso ma nero, si sono susseguite nei giorni seguenti l'onda mediatica accuse ai servizi segreti tedeschi di un possibile e voluto depistaggio nelle indagini e di copertura al gruppo neonazista.

Storia

Mundlos, Boehnhardt e Zschaepe si conobbero a Jena, nella Germania orientale, durante un raduno neonazista negli anni '90. Diventati amici stretti, decisero di andare a coabitare insieme a Zwickau, da dove iniziarono le loro attività clandestine. Si erano conosciuti alla fine degli anni novanta ad un raduno neonazista nella citta' di Jena, ex Germania Est, ed erano andati a vivere insieme nella citta' di Zwickau. I tre avevano cominciato a fabbricare esplosivi ed erano stati scoperti dalla polizia nel 1998, ma la Zschaepe era stata rilasciata e i due uomini erano riusciti a sfuggire alla cattura.

Gli omicidi

Le indagini

La svolta del 2011

Possibile coinvolgimento dei servizi segreti

Tra le accuse di negligenza e incapacità rivolte nei confronti della polizia, ai servizi segreti tedeschi (sparsi in ogni Stato tedesco e, a volte, in concorrenza tra loro) sono state avanzate ipotesi di depistaggio nelle indagini e, secondo alcuni, copertura e connivenza coi terroristi. Le accuse nascono dal fatto che i servizi segreti tedeschi sono molto immersi nel mondo neonazista tanto che nel 2003 non si poté procedere alla messa al bando per incostituzionalità del Partito Nazionalsocialista tedesco per il fatto che fossero troppi gli agenti segreti infiltrati al suo interno e, un'eventuale suo scioglimento, avrebbe reso nullo l'impiego di quegli uomini sul campo e più difficile seguire le mosse del più grande agglomerato partitico neonazista della Germania. Siccome, a fronte del massiccio dispiegamento di uomini per contrastare potenziali attacchi d'odio, le operazioni dei servizi segreti si sarebbero rivelate inefficaci, ciò ha fatto nascere dubbi sulla serietà delle agenzie di sicurezza e le loro possibili complicità. A muovere contro una possibile connivenza fra agenti segreti e i terroristi del Nationalsozialistischer Untergrund, in particolare, un agente rimasto anonimo, con un passato nell'estrema destra e soprannominato "piccolo Adolf", sfiorato da indagini di possibili collusioni già nel passato, a causa della sua presenza sul luogo dell'ultimo onirico delitto del kebab, un internet café nelle cui vicinanze fu ucciso Halit Yosgat. Durante una perquisizione dell'alloggio dell'agente, avvenuta nel protocollo delle indagini degli inquirenti furono rinvenuti materiali nazisti, tra i quali versetti del Mein Kampf. Comunque sia, l'agente fu toccato marginalmente e mai inquisito ufficialmente, siccome convinse gli investigatori del motivo della sua presenza sul luogo del delitto.[5]

Le vittime

Oltre i tradizionali nove omicidi a sfondo razziale, si suole inserire nella lista dei "delitti del kebab" anche l'uccisione dell'agente di polizia Michèle Kiesewetter, avvenuta nel 2007, un anno dopo la fine della scia di sangue razzista, sempre per mano del gruppo neonazista.

Nome Luogo Data
Enver Şimşek Norimberga 9 settembre 2000
Abdurrahim Özüdoğru Norimberga 13 giugno 2001
Süleyman Taşköprü Amburgo 27 giugno 2001
Habil Kılıç Monaco di Baviera 29 agosto 2001
Yunus Turgut Rostock 25 febbraio 2004
İsmail Yaşar Norimberga 5 giugno 2005
Theodoros Boulgarides Monaco di Baviera 15 giugno 2005
Mehmet Kubaşık Dortmund 4 aprile 2006
Halit Yosgat Kassel 6 aprile 2006
Michèle Kiesewetter Heilbronn 25 aprile 2007

Note