Strutturalismo (filosofia): differenze tra le versioni

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Le origini dello strutturalismo si fanno risalire al lavoro di [[Ferdinand de Saussure]] in [[linguistica]]. Fino ad allora l'[[esistenzialismo]] era il movimento intellettuale dominante in Europa. Lo strutturalismo emerse sopratutto in [[Francia]], da cui poi si diffuse nel mondo.
 
Il termine "strutturalismo" è apparso nei lavori dell'[[antropologia|antropologo]] francese [[Claude Lévi-Strauss]]. Ciò portò all'emergere del movimento strutturalista in Francia, grazie anche all'opera di [[Louis Althusser]], e [[Jacques Lacan]] e [[Nicos Poulantzas]]. La maggior parte degli appartenenti a questo movimento non si consideravano parte di un movimento specifico.
 
Lo strutturalismo rifiuta il concetto di libertà e scelta umana e issi concentra invece sul modo in cui l'esperienza e il comportamento umano sono determinati da varie strutture. La prima importante opera in questo caso è ''Le strutture elementari della parentela'' ([[1949]] di Claude Lévi-Strauss. Lévi-Strauss utilizza l'analisi strutturale in ambito antropologico per esaminare le varie forme di aggregazione sociale. Lo studio di Lévi-Strauss si concentra sul tabù universale dell'[[incesto]] e le strutture parentali che stanno alla base del vivere sociale.
 
Il post-strutturalista [[Jacques Lacan]] applicò lo strutturalismo alla [[psicoanalisi]] e al suo programma da lui denominato significativamente "ritorno a Freud". Non è casuale infatti che egli usasse dire esplicitamente e con quel suo stile di linguaggio esoterico che gli era proprio, di essere l'unico vero psicoanalista freudiano ortodosso.