Marciano (usurpatore): differenze tra le versioni

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La situazione si rovesciò durante la notte: Illo riuscì a far entrare in città un contingente isaurico acquartierato nella vicina [[Calcedonia]] e corruppe alcuni soldati di Marciano, facendo fuggire Zenone. L'indomani mattina Marciano, resosi conto del tradimento dei propri uomini fuggì nella [[Chiesa dei Santi Apostoli (Costantinopoli)|Chiesa dei Santi Apostoli]], ma fu arrestato assieme ai fratelli. Il capo goto [[Teodorico Strabone]], del quale Marciano era riuscito a ottenere l'appoggio, non fece in tempo a raggiungere la città prima della fine della ribellione.
 
Inviato a [[Cesarea]] in [[Cappadocia (regione)|Cappadocia]], Marciano organizzò una fuga aiutato da dei monaci: mentre i suoi fratelli riuscirono a fuggire, Marciano fu catturato e fu forzato a prendere i voti a [[Tarso (Asia Minore)|Tarso]] in [[Cilicia]], oppure fu imprigionato in [[Isauria]], ai piedi della fortezza di Papurius (o [[Papyrios]]). Riuscì a fuggire e a rimettersi a capo di un'altra rivolta, ma dopo aver attaccato [[Ancira]] fu sconfitto e catturato nuovamente da [[Trocundo]], fratello di Illo.
 
Nel [[484]] Illo organizzò una rivolta contro Zenone; non volendo esporsi in prima persona, liberò Marciano e lo proclamò imperatore. Dopo aver liberato Verina, decise di deporre Marciano e proclamare imperatore al suo posto [[Leonzio (usurpatore)|Leonzio]]: Marciano venne inviato in [[Italia]] a chiedere l'aiuto di [[Odoacre]].