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Aldo, con la scusa di essere appassionato di vecchie moto, tenta di rubare il [[ciclomotore]] di Giovanni (un [[Piaggio Vespa|Vespino]] del [[1956|'56]]), che subito se ne accorge, comparendo dal balcone di casa. Mentre i due stanno discutendo, arriva Giacomo in veste di vigile, attratto dalle voci. Giovanni prova a denunciare il tentativo di furto, e facendo questo finisce insultaper insultare in maniera razzista Aldo per il suo essere [[sicilia|siciliano]] (è di [[Gela]]), ironizzando sulla sua città di origine. CasualmenteMa, casualmente, anche la madre del vigile si scopre essere di [[Gela]]. Il responsabile dell'ordine, offeso, ribalta quindi la situazione: assolve Aldo e [[contravvenzione|multa]] Giovanni per parcheggio del ciclomotore in sosta vietata, per il fanale rotto e per la targa infangata e illeggibile (questi due aggravanti sono ad opera di Aldo).<br />

Giovanni a questo punto compare in scena, su una [[sedia a rotelle]], affermando di avere una temporanea paralisi, dovuta a un "formicolio estremo" delle gambe di cui è affetto solo nel primo pomeriggio, dopo aver dormito con il [[gatto]] di 74 [[chilogrammo|kg]] di peso sulla pancia. Inizialmente costernato, Giacomo in seguito ad una serie di gagbattute perdesi lascoccia pazienzae chiedendochiede [[patente di guida|patente]] e [[libretto di circolazione|libretto]] a Giovanni, per poi multarlo ulteriormente per non aver fatto un cambio di residenza. Aldo finge esageratamente di essere in fin di vita per una lieve botta datagli dall'adirato Giovanni, e per una battuta di troppo il vigile gliintende sequestrasequestrare la Vespa. Nel mentre Aldo, appropriatosiriesce dellea prendere le chiavi della moto (con i [[testicoli]] del gatto diestratti Giovannidopo la castrazione come portachiavi), e scappa, sulmentre ciclomotore,gli ialtri due loiniziano un vertiginoso inseguonoinseguimento "pilotando" la sedia a rotelle dotata di motore: il furfante, alla fine, sbanda e cade dalla moto.<br />