Corruzione ambientale: differenze tra le versioni

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Si parla di dimensione '''ambientale''' del sistema di '''[[corruzione]]''', quando il relativo fenomeno sociale e criminoso raggiunge un così vasta disseminazione, e un così alto livello di integrazione, nell'attività politica, amministrativa ed economica in un determinato contesto nazionale o regionale, da indurre le persone implicate a convincersi che determinati comportamenti, quali la prestazione dell'indebito, altrimenti illeciti, facciano parte di una consolidata prassi, utilizzata da tutti, a tal punto diffusa da [[tecniche di neutralizzazione|neutralizzarne]] i risvolti criminosi, facendola apparire, se non proprio lecita, almeno "normale".
 
==Corruzione ambientale nel mondo ==
Perché raggiunga la dimensione ambientale, la corruzione deve costituirsi come sistema disseminato ed endemico. La percezione di questo fenomeno è oggetto di indagine e misurazione secondo le procedure della [[sociologia]] e dell'[[econometria]], attraverso indicatori come il ''[[Indice di percezione della corruzione|Corruption Perceptions Index]]'' di [[Transparency International]], che misura "il grado al quale è percepita la corruzione esistente tra [[pubblici ufficiali]] e [[politici]]".
 
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Particolarmente singolare è il caso dell'[[Italia]] che, pur annoverata tra i primissimi paesi ad economia avanzata, ottiene tra questi la peggiore performance in termini di percezione diffusa dell'illegalità legata alla corruzione.
 
Il sistema di corruzione ambientale radicato nel sistema italiano è venuto alla ribalta della cronaca con particolare risalto nei primi [[anni 1990|anni '90]], con lo svelamento del sistema che fu detto di [[Tangentopoli]], ad opera dell'[[Mani pulite|inchiesta Mani pulite]]: in quell'occasione, fu coniata la [[polirematica]] ''dazione ambientale'', caratteristica del lessico del cosiddetto [[dipietrese|dipietrese]], con cui «''[[dazione in pagamento|dazione]]''» indicava l'erogazione della tangente, mentre l'[[epiteto]] «''ambientale''» sottolineava la pervasività del sistema di corruzione nella [[Milano]] degli [[anni 1990|anni novanta]], in cui la corresponsione illecita era una pratica così scontata e automatica da non dover essere nemmeno più richiesta: «''Più che di corruzione o di [[concussione]], si deve parlare di dazione ambientale, ovvero di una situazione oggettiva in cui chi deve dare il denaro non aspetta più nemmeno che gli venga richiesto; egli, ormai, sa che in quel determinato ambiente si usa dare la mazzetta o il pizzo e quindi si adegua''»<ref>[[Antonio Di Pietro]] in [http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/mani_pulite.html ''Mani pulite, anno zero''], ''[[Micromega]]'', 2004 (da societacivile.it, url consultato il 1° dicembre 2011</ref> L'erogazione "automatica" della "dazione" non richiede quindi nemmeno la necessità di esplicitare una richiesta, ed essa avviene in adeguamento a un prassi percepita come corrente e ineludibile. Non vi è, da parte del funzionario, la costrizione: nondimeno, in questo caso, si parla in giurisprudenza e in dottrina di ''concussione ambientale''<ref>Vincenzo Cuzzola, Carlo A. Indellicati, ''La responsabilità penale dei dipendenti pubblici'', 2005 (p. 45)</ref>, in cui l'induzione si esprime attraverso il silenzio del funzionario infedele<ref>Vincenzo Cuzzola, Carlo A. Indellicati, ''La responsabilità penale dei dipendenti pubblici'', 2005 (p. 41)</ref>, che sfrutta la convinzione, più o meno fondata, dell'interlocutore, di non poter ricevere un [[Trasparenza (società)|trattamento trasparente]] e [[Principio dell'imparzialità|imparziale]] se non attraverso regalie<ref>[[Antonio Pagliaro]], ''Il diritto penale fra norma e società'', Vol. 2, 2009, p. 57</ref>.
 
==Note==