Aleksandr Nikolaevič Veselovskij: differenze tra le versioni

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Dal 1870 fu professore presso l'Università di Pietroburgo, dove tenne un corso universitario dal titolo "Letteratura universale".
 
Nella Russia societicasovietica Veselovskij e i suoi seguaci vennero criticati per il loro "etnografismo".Il 14 agosto 1946, il Comitato centrale del Partito Comunista adottò una specifica risoluzione, condannando i Veselovskiani come “obbedienti” ai bourgeois dell’Occidente. I formalisti russi condivisero ampiamente la visione critica della teoria di Veselovskij, sebbene si disse che essa fosse per loro un punto da cui sviluppare una maniera lineare, se non polemica. Malgrado il suo lavoro sia stato in gran parte dimenticato dagli studiosi occidentali (probabilmente a causa della mancanza di traduzioni), Veselovskij è oggi considerato uno dei più eruditi ede originali studiosi a cui la Russia abbia dato i natali e il più importante rappresentante dello studio di letterature comparate in Russia, nonché studioso europeo del XIX sec.
 
''Da tempo immemorabile l'Italia è considerata il paese degli artisti, la terra promessa, dove la natura stessa è più fresca e più bella che negli altri luoghi, dove ogni prospettiva è una decorazione sulla quale si stende un cielo azzurro di Poussin, dove tutti gli uomini in belle pose fumano sigari e parlano con le serenate. Quando eravamo ancora sui banchi di scuola, riportavamo un'impressione simile o quasi simile dai grossi manuali di geografia, dove, tra due cifre inevitabili sulla popolazione, trovavano posto i boschetti di limoni e di aranci, e l'azzurra penombra della grotta di Posillipo. Poi leggemmo Roma di Gogol', al tramonto in qualche luogo di villeggiatura d'estate, e forse sospirammo con un profondo sospiro di sedicenni, quando, sollevati gli occhi dal libro, essi si incontravano col grigio azzurro panorama, con le colline basse e le eterne betulle della via di Arakceev.'' (La bella Italia e i nostri turisti settentrionali, estratto)