Al-Qadir: differenze tra le versioni

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Inizialmente bandito da [[Baghdad]], fu poi richiamato e prescelto come califfo: incarico cui egli ambiva fortemente. Rimase califfo per 40 anni e fu nel corso del suo regno che si affermò [[Mahmud di Ghazni]], in grado di minacciare lo stesso Califfato. Fu per il lungo conflitto che ne derivò (proseguito anche dopo la morte di Mahmud) che la "tutela" dei [[Persia|persiani]] [[Daylam|daylamiti]] [[Buwayhidi]], indebolita dall'impegno bellico, cominciò vertiginosamente a declinare, fino ad essere allontanata dal potere dal nascente astro [[Selgiuchidi|turco selgiuchide]].
 
al-Qādir è noto per aver condotto una lotta serrata della componente [[sunnita]] dell'[[Islam]] contro il credo [[sciita]] e, in particolare, contro l'[[Ismailismo]] cui si rifaceva il califfato rivale dei [[fatimidi]]. Per far ciò il califfo agevolò fortemente il ''[[madhhab]]'' [[Hanbalismo|hanbalita]] e autorizzò una serie di feste religiose sunnite da contrapporre a quelle sciite. Per controbattere sul piano ideologico la propaganda fatimide, fece diffondere nel novembre del 1011 ([[Rabi' II|Rabīʿ al-thānī]] 402) all'interno del suo impero una dichiarazione di fede sunnita (il cosiddetto "[[Manifesto di Baghdad]]") più noto come ''Qādiriyya'', che in qualche misura spianarono psicologicamente la strada alla redazione di due opere [[Teologia|teologiche]], entrambe intitolate ''al-Aḥkām al-sulṭāniyya'' (I fondamenti del potere), la prima delle quali, decisamente più famosa, fu scritta da Shāfiʿ [[al-Mawardi|al-MawardīMāwardī]] e la seconda dal hanbalita [[Ibn al-Farraj|Ibn al-Farrāj]].
 
al-Qādir morì a 87 anni e a lui succedette il figlio.