Moggio Udinese: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Annullata la modifica 45822885 di Patafisik (discussione) già unita!
Nessun oggetto della modifica
Riga 78:
[[File:Moggio Udinese Canal del Ferro 08092007 02.jpg|thumb|right|290px|Il Canal del Ferro come si presenta a Moggio Udinese; il luogo è una delle location del film [[La ragazza del lago]]]]
 
Ritrovamenti archeologici e numismatici confermano che le insegne imperiali di [[Impero Romano|Roma]] furono piantate anche a Moggio, sotto forma di vedetta o castelliere; dal colle di Santo Spirito dominava buona parte della valle del [[Fella]]. Nell'agosto del 2010 lo storico Andrea Bavecchi ha rinvenuto un frammento del ponte di ferro sul Fella che univa Moggio alla statale fatto saltare il 29 ottobre 1917 dagli artificeri italiani per impedire all'esercito austro-tedesco,che aveva rotto le nostre linee a Caporetto, di impossessarsi del Comando italiano residente nel paese
.Detto frammento è esposto alla fine dell'odierno ponte detto "della Vittoria" recentemente ristrutturato.
 
Intorno a Moggio storia e leggenda si accendono verso l'[[XI secolo]], legata alla figura del Conte Cacellino. Il Conte Cacellino era un nobile [[carinzia]]no; conte palatino e supremo maestro della corte imperiale, possessore di vasti territori in patria e in [[Friuli]], fra cui il castello di Moggio. Disponendosi a partire per la Terra Santa nel [[1070]] o [[1072]] lasciava i suoi beni patrimoniali ed allodiali al cugino Federico, [[patriarca di Aquileia]], perché questo edificasse nel luogo del castello di Moggio un monastero benedettino e che questo venisse dotato delle rendite e dei possessi del castello. La storia è dubbiosa: il testamento di Cacellino, che supporta la leggenda, è un falso. Ciò che è certo è che il [[9 giugno]] del [[1119]] il Patriarca [[Voldarico I]] faceva consacrare il monastero di Moggio da [[Andrea Emona]] (vescovo di [[Cittanova d'Istria]]). Forse più che disposizione testamentaria del donatore, il patriarca seguì la propria inclinazione, erigendo un cenobio a [[San Gallo (santo)|San Gallo]], come quello più famoso in [[Svizzera]] del quale il patriarca era stato abate. Voldarico per accrescere il prestigio della nuova abbazia le concesse vasti beni in Carinzia, in Friuli e in [[Carnia]]. Accordò inoltre la supremazia sulle Pievi di Cavazzo, [[Dignano (Italia)|Dignano]] e Gorto. Per il favore di patriarchi e nobili e per le virtù dei presuli che la governavano, l’[[Abbazia di San Gallo (Moggio Udinese)|Abbazia di Moggio]] crebbe continuamente d’importanza e di splendore sia sotto il profilo spirituale sia in quello temporale. Ciò nonostante il saccheggio ed i danni subiti dai soldati germanici dell’imperatore [[Corrado IV]] e la prepotenza dei riottosi feudatari che incessantemente cercavano di sottrarre i beni abbaziali. Il più attivo e forse il più degno di fama degli abati residenti a Moggio fu Ghiberto da Marano sul Panaro, che resse il monastero dal [[1329]] al [[1349]]. Contemporaneo, Vicario generale e confidente del Beato Patriarca [[Bertrando di San Genesio]], risoluto nel riformare la disciplina interna della comunità monastica; nel togliere gli abusi, rivendicare diritti usurpati, rivedere contratti e confini; rinnovare concessioni, affittanze e investiture; punire prepotenze ed atti criminali, di cui egli stesso fu oggetto. Infatti nel [[1349]] perì per mano d’assassini, unificando così il suo triste destino a quello del patriarca Bertrando che da lì ad un anno sarebbe morto nella stessa maniera.