Tutela cautelare: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Fix link
m - Link ridond.
Riga 1:
Inevitabilmente ogni [[processo (diritto)|processo]] necessita di un determinato lasso di tempo, quindi potrebbe verificarsi un deterioramento del [[bene]]: chi avrà ragione potrebbe ricevere un [[bene]] diminuito rispetto a ciò che gli sarebbe spettato, derivandone così un [[danno]] dal punto di vista dell'utilità economica, e ciò non deve avvenire.
 
Si è così di fronte al problema della custodia del bene nel lasso di tempo intercorrente tra l'inizio e la fine del [[processo]] con il passato in [[giudicato]] della [[sentenza]]; ciò che serve non è un [[processo esecutivo]], ma è necessaria la '''tutela cautelare''', utile a garantire che il tempo per il [[processo]] non vada mai a [[danno]] della parte che avrà ragione, [[tutela]] che si muove su un piano parallelo, non strettamente necessario.
 
La tutela cautelare si caratterizza per quattro requisiti fondamentali: ''sommarietà della cognizione'', ''contenuto tipico'', ''strumentalità'' e ''provvisorietà''.
Riga 11:
Terza caratteristica è quella della ''strumentalità'', che è una conseguenza della sommarietà; esiste una correlazione necessaria con il [[giudizio di merito]]: se entro il termine perentorio non è iniziato il giudizio di merito, si perde l'efficacia della [[misura cautelare]].Questo punto è stato recentemente abrogato da una nuova legge per alcuni provvedimenti cautelari. Si parla infatti di procedimenti cautelari a strumentalità attenuata, cioè a effetto immediato senza obbligatorietà di svolgere il giudizio di merito.
 
Ultima caratteristica fondamentale riguarda la ''provvisorietà'': la misura è cautelare alla misura del [[processo]], non ha durata illimitata. Nel momento in cui il vincolo di indisponibilità si trasforma in [[pignoramento]], si ha la conversione della [[misura cautelare]] in misura esecutiva.
 
== Bibliografia ==