José Miguel Gómez: differenze tra le versioni

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I problemi razziali e la forte diffusione del malaffare e della corruzione si unirono alla divisione interna al Partito Liberale tra i sostenitori di Gòmez e quelli del suo avversario ed ex-alleato Zayas. Nonostante si fossero riavvicinati per non provocare la sconfitta elettorale del loro partito, Gòmez e Zayas causarono l'elezione del conservatore [[Mario García Menocal]]. Convinti di essere stati sconfitti a causa di pesanti brogli elettorali, i capi del Partito Liberale decisero di opporsi con la forza delle armi alla nuova elezione, organizzando bande armate nella città di [[Camagüey]] e a [[santiago de Cuba]], che tuttavia vennero presto soppresse dai militari fedeli al nuovo presidente cubano, anche grazie all'appoggio degli Stati Uniti. Miguel Gòmez, insieme a suo figlio [[Miguel Mariano Gòmez|Miguel Mariano]], vennero arrestati e condotti nella fortezza prigione di ''Castillo del Príncipe'' nella parte vecchia de l'[[Avana]].
 
Beneficiando di un'[[amnistia]] il [[18 marzo]] [[1918]] riguadagnò la libertà, aspirando alla candidatura per la presidenza nelle elezioni del [[1921]], dove però venne sconfitto dal suo antico alleato-avversario [[Alfredo Zayas]]. Amareggiato per la sconfitta si ritirò dalla vita politica del suo paese e si trasferì negli Stati Uniti, dove morì di [[polmonite]] mentre era ospite dell'del [[Hotel Plaza Hotel]] di [[New York City|New York]].
 
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