Vertumno e Pomona: differenze tra le versioni
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In alto si legge l'iscrizione tratta dalle ''[[Georgiche]]'' di [[Virgilio]] (1, 21), dove vengono invocati gli dei e le dee protettori dei campi: <small>DIIQUE DEAEQUE QUIBUS ARVA TUERI</small>.
Al centro della lunetta si apre la finestra ad oculo (oggi coperta da un tendaggio, ma nata come fonte di illuminazione della sala), attorno al quale il pittore disegnò
L'adolescente nudo sopra Vertumno fa penzolare le gambe e si allunga, appoggiandosi sull'avambraccio destro e stendendosi, per sollevare il panno violetto e toccare una foglia di alloro. Egli potrebbe
Un notevole realismo si può cogliere ad esempio nella figura di Vertumno, rappresentato come un vecchio col volto solcato, le mani nodose, le ginocchia ossute, deformate dal lavoro nei campi. Curiosa è la figura del cane smagrito, corrucciato e come sul punto di abbaiare, in posizione molto naturale derivata sicuramente da uno studio dal vero. Questo particolare interesse verso l'universo naturale venne ispirato probabilmente dalle stampe tedesche, allora già molto diffuse anche a Firenze, con animali, vegetali e uomini rappresentati con la stessa dignità e interesse dell'artista.
Secondo un'interpretazione allegorica più complessa l'affresco potrebbe costituire una metafora politica esaltante il destino e l'immoratlità della casata medicea, ricollegandosi al tema celebrativo degli altri affreschi del salone. Il broncone d'alloro rappresentarebbe i vari rami della dinastia (Lorenzo de' Medici usò spesso il ''[[Laurus nobilis|Laurus]]'' come rimando alla sua persona).
La profondità spaziale, come in altre opere del periodo, appare assottigliata, senza però intaccare l'ariosità data dal cielo aperto dello sfondo. Tutto è calibrato con attenzione all'equilibrio generale, movimentato però dalla pluralità di direzioni che suggeriscono le articolate posizioni dei personaggi, i loro gesti e i loro sguardi.
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