Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

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In politica interna si giova di una dialettica tra conservatori (guidati da Ligacev ed Aliev) e riformatori (rappresentati da [[Boris Yeltsin|Yeltsin]] e Ševardnadze), da lui abilmente guidata per mantenersi in equilibrio tra i due schieramenti interni al PCUS e portare così il Paese ad un moderato progresso democratico. Ma nel 1988-89 l'equilibrio del ''[[divide et impera]]'' vacilla paurosamente: i primi moti nazionalisti nel [[Caucaso]] e nei [[Paesi baltici]] sfociano in disordini e crimini (ad esempio l'eccidio degli armeni nella capitale azera [[Baku]], gli assassinii di persone russe in Kazachistan ed altro). Di fronte a questi fatti che minavano l'integrità territoriale e politica del Paese Gorbacev si comporta in un modo difficilmente spiegabile. Prima non reagisce affatto, mentre i disordini assumono vaste dimensioni. Poi ordina di usare la forza militare, il che provoca ulteriori vittime ed accresce i sentimenti indipendentisti. Esattamente questo è il caso della Lituania dove, dopo aver a lungo tollerato, se non addirittura sostenuto, un'intensa attività di movimenti indipendentisti, nel gennaio 1989 Gorbacev ordina improvvisamente all'esercito di occupare la sede del parlamento e della TV a Vilnius. Le reazioni militari violente<ref>Ainius Lasas, ''Bloody Sunday: What Did Gorbachev Know About the January 1991 Events in Vilnius and Riga?'', in ''Journal of Baltic Studies'', 38, nº 2 (Summer2007 2007): 179-194.</ref> non producono nulla, oltre ai morti e l'odio verso il potere centrale moscovita (è allora che vengono all'uopo costituiti i famigerati [[OMON]], le truppe del [[Ministero dell'intern]]o incaricate della repressione, che fa diverse decine di morti imputate direttamente al Cremlino).
[[File:USSR stamp Perestroyka1 1988 5k.jpg|thumb|left|[[Francobollo]] della Perestrojka, [[1988]].]]
 
Boris Yeltsin, poi, prima viene eletto Presidente della Repubblica russa e poi abbandona il PCUS, inneggiando alla necessità di abolire la disposizione costituzionale sul ruolo guida del Partito comunista.